Emanuele Tufano ucciso a 15 anni a Napoli, nel labirinto del terrore: «Qui la vita vale zero»

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Quando cala la notte la zona a ridosso del corso Umberto diventa un luogo che si decide di percorrere a proprio rischio e pericolo. Un labirinto di paura. Le insegne dei negozi e dei bar che si spengono lanciano il segnale che decreta il coprifuoco: la gente si rintana nelle case, serrano le tapparelle di finestre e balconi, come a volersi sigillare in un limbo domestico protetto e sicuro. Siamo nell’area del centro storico compresa tra il Mercato e le Case Nuove, che presenta una tra le più alte densità abitative di Napoli, eppure ci si muove in un quartiere fantasma.

Le ronde

L’uccisione di Emanuele Tufano ha riacceso i riflettori su questa fetta di città che è oggi considerata la più pericolosa da attraversare: qui le armi girano addosso a paranze di camorristi e giovanissimi pronti a tutto, e c’è chi ha il grilletto facile.

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Imboccando via Carminiello al Mercato ci si imbatte nell’altarino di candele accese che vuole ricordare la morte dell’ennesimo figlio di Napoli cresciuto troppo in fretta e sacrificato sull’altare di una violenza inarrestabile. È passata la mezzanotte, la via è deserta ma basta proseguire verso via Gaetano Savarese per cogliere un primo segnale poco incoraggiante: dalla traversa di via Beato Gerardo spunta un corteo di tre macchine e due moto che inizia a percorrere tutte le traverse che circondano piazza Mercato in una sorta di girotondo ossessivo; le incroceremo almeno due volte in pochi minuti, lungo via Savarese e vico degli Spicoli, e dagli sguardi obliqui di chi è a bordo ci vuol poco a capire che si tratta di una ronda. I giri di perlustrazione, che prevedono ovviamente anche la presenza di persone armate, è un’esigenza primaria per i gruppi di camorra sul territorio. Quel carosello serve anche a dimostrare alle “facce nuove” del cronista e del fotografo che l’accompagna che qua non è aria, ed è meglio smammare.

La tensione

Più ci si addentra nel fondo della notte e maggiore è il senso di disagio a circolare per questo reticolo di viuzze sempre più deserte. Ma questa notte al Mercato ci sono anche i carabinieri, e intorno all’una e mezza la sola comparsa dei lampeggianti blu basta a convincere i bracci armati delle bande legate ai Rinaldi, ai Mazzarella, e poco più distante verso le Case Nuove, dove sono presenti anche affiliati al clan Contini, a non farsi vedere.

Dopo l’omicidio del 15enne la presenza delle forze dell’ordine qui è stata intensificata. Le pattuglie dei carabinieri della compagnia Stella iniziano anche a controllare chi - nonostante l’ora tarda, nel frattempo sono quasi le tre - continua a tirare tardi per strada. Tra questi alcuni giovanissimi, ma anche un corposo gruppo di trentenni della zona: tra questi ultimi - questo indicheranno le verifiche fatte allo Sdi (la banca dati interforze degli organi di polizia) - oltre la metà ha precedenti o segnalazioni per reati anche associativi.

E si comprende che sotto l’apparente quiete di questa notte, al Mercato la tensione regna altissima. Nascosti in qualche appartamento anonimo delle Case Nuove a quest’ora ci sono anche quei ragazzini che hanno deciso di sfidare le gerarchie ed i già fragili equilibri di camorra: a guidarli è un giovane che gli inquirenti non esitano a definire spietato e molto pericoloso. Nella nuova paranza compaiono anche diversi minorenni.

In questa casbah contesa dai due veri cartelli camorristici che comandano a Napoli gli appetiti criminali sono pari solo al volume di affari che racket, usura e droga (senza disdegnare il business della contraffazione e del contrabbando, che sono una voce importante per il Pil della criminalità organizzata). Guadagni stratosferici. Per questo c’è chi giura che di sangue ne scorrerà ancora molto.

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