«Tira tu il rigore ma vai convinto sulla palla e fai gol», gli disse Lukaku che lottava per il titolo di capocannoniere. E lui Sebastiano Esposito, il più grande dei tre fratelli cresciuti nel quartiere Cicerone, a Castellammare di Stabia, va e segna il 4-0 al Genoa. «Che bel regalo di Natale che mi hai fatto Romelu». Un bambino prodigio, cresciuto alla corte di Antonio Conte all’Inter. E l’Inter non se ne è mai liberata, anche se per sette volte lo ha dato in prestito. Una volta all’Anderlechet, ovviamente dopo che Lukaku gli aveva consigliato di andare lì, mettendolo in contatto anche con alcuni suoi familiari, nella squadra dove Big Rom era cresciuto. Oggi sono uno contro l’altro, anche se da due parti opposto, magari incrociandosi solo in qualche mischia in area. Sebastiano contro Romelu.
«Aveva fatto comprare un tirapalloni ad Appiano Gentile, pensavamo che servisse ad allenare i palloni, ma serviva a lui: si metteva a metà campo e stoppava quei bolidi calciati da 30 metri». Sembrava un predestinato, all’Inter. Qualche settimana prima, a Dortmund, contro il Borussia, si era conquistato un rigore: Hummels lo aveva abbattuto in area e lui esultò come se avesse segnato.
Si scambieranno le maglie, se lo sono promessi l’altro giorno quando Sebastiano, a San Giorgio a Cremano, ha visto una statua del belga: «L’ho chiamato per prenderlo in giro, lui cambia sempre numero di telefono, lo contatto su Istagram e quando può mi risponde». Agostino e Flavia, i due genitori che per seguire i tre figli (che adesso sono tutti gestiti da Mario Giuffredi e dall’agenzia Marat) si sono trasferiti a Brescia, dove il padre fa il maestro in una scuola elementare in Val Trompia, saranno oggi allo stadio di Empoli, proprio per vedere Sebastiano affrontare il Napoli.
Seba ha numeri di alta qualità, ma non ha ancora fatto quel balzo che tutti aspettano: in giro per l’Europa, tra Spal, Venezia, Basilea, Anderlecht, Bari, Sampdoria e ora all’Empoli, dove ha trovato Roberto D’Aversa. Due gol in questa stagione e di nuovo tutti a parlare di lui. Esposito è nato nel 2002, dopo l'Euro e dopo Google. I sue fratelli giocano tutti a calcio, come è noto: Salvatore e Francesco Pio. L'idolo di Seba è da sempre Totti. Racconta papà Agostino. «Guardava i suoi gol, li studiava, lo stimava».
Figurarsi quando ha fatto gol alla Lazio, prima della sosta. Sebastiano giocava al campo Bolla di Napoli, doveva compiere 9 anni. E c’era anche Gigio Donnarumma, ma era più grande, ne aveva 12.
All’inizio anche Psg e City lo inseguivano ma dopo Lukaku, l’altro uomo del destino è Antonio Conte: nell’estate del 2019 lo porta in ritiro a Lugano, poi in tournée in Asia. Sul braccio ha un tatuaggio: «Ama il tuo sogno anche se ti tormenta», una poesia di Gabriele D’Annunzio, un’immagine che il giovane Sebastiano ha tenuto sempre in mente.