G7 Difesa a Napoli, scontri al corteo di protesta: pietre sulle forze dell'ordine, poi lacrimogeni e manganellate

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LA PROTESTA

Giuseppe Crimaldi
C'erano poco meno di un migliaio di persone (molte di più per gli organizzatori) ad animare il corteo della protesta contro la riunione dei ministri del G7 a Napoli. Sulla manifestazione si erano concentrati paure e previsioni anche poco fauste alla vigilia di ieri pomeriggio: ma alla fine, al di là di un singolo momento di grande tensione - quando il serpentone umano snodatosi dalla Ferrovia ha tentato di forzare il blocco delle forze dell'ordine a piazza Bovio, deviando su via Mezzocannone e i Decumani - fortunatamente non ci sono stati gli scontri che si temevano, e tanto meno persone ferite.
Al corteo erano presenti - tra gli altri - anche l'ex sindaco Luigi de Magistris, il deputato di Avs Giuseppe De Cristofaro, padre Alex Zanotelli.

LA RABBIA

È un sentimento rabbioso quello che animerà i manifestanti nel corso delle oltre tre ore di corteo che ha attraversato il centro storico di Napoli.
Ufficialmente l'appuntamento nasceva per scandire un netto "no" alla proliferazione dei conflitti bellici e della nuova corsa agli armamenti; ma alla fine è venuta fuori la vera anima del popolo "antagonista" (tante le sigle dei centri sociali e di formazioni della sinistra radicale presenti): l'odio nei confronti di Israele, del governo Meloni, dei ministri "della guerra" - come sono stati bollati i responsabili della Difesa dei sette "grandi della terra" riuniti a Palazzo Reale - con una buona dose di disprezzo anche nei confronti delle forze dell'ordine. Ce n'è stato anche per i media, che a detta degli organizzatori della manifestazione sono responsabili di una informazione non corretta.
Ovviamente nessuna obiezione, non una sillaba sui terroristi di Hamas, di Hezbollah, dell'Iran che arma le fazioni sciite libanesi che in un anno dal 7 ottobre hanno lanciato oltre 9000 missili sui civili israeliani dell'alta Galilea, e tanto meno un appello alla liberazione degli ostaggi israeliani ancora nelle mani dei tagliagole artefici del pogrom di un anno fa.

FACCIA A FACCIA

La situazione rischia di degenerare quando la testa del corteo, all'intersezione tra il corso Umberto e via Mezzocannone decide di deviare verso quest'ultima strada. Urla, spintoni, fumogeni accesi, tensione palpabile.
Sotto una pioggia battente i manifestanti proseguono lungo via Benedetto Croce, fino a sfociare a piazza Carità. Un percorso non previsto nel piano presentato alla Questura. E a piazza Carità, chi era in prima linea - facendosi scudo con tre cartelloni - è avanzato in direzione via Roma, trovandosi faccia a faccia con il cordone della polizia schierata in assetto antisommossa. La forzatura del blocco dei manifestanti ha portato ad un contatto fisico: da parte delle prime file del corteo sono partite bottiglie verso i poliziotti, che con la forza ha fatto indietreggiare il corteo, lanciando anche dei lacrimogeni per spingerli ad arretrare. Non ci sono stati feriti, dopo pochi minuti la situazione è tornata tranquilla. Dalla Questura trapela tuttavia che tre agenti sarebbero rimasti contusi. La improvvisa deviazione determina una inevitabile rimodulazione del dispositivo per sigillare i vari accessi alle aree di rispetto e di massima sicurezza che, difatti, non verranno "bucati".

IL VIMINALE

Sulla manifestazione interverrà in serata il ministro dell'Interno: «Oggi a Napoli, ancora una volta, una manifestazione per i temi della pace diventa teatro di violenza e scontri - ha dichiarato Matteo Piantedosi - con comportamenti che nulla hanno a che fare con la libera espressione del pensiero. Ancora una volta gli operatori delle forze dell'ordine, aggrediti e offesi, hanno saputo garantire la tenuta dell'ordine pubblico con l'equilibrio e la competenza che da sempre li contraddistinguono nel quotidiano e straordinario impegno nelle piazze delle città, a tutela di tutti".

GLI ORGANIZZATORI

I tafferugli sono avvenuti in presenza di molti cittadini e turisti, anche stranieri, che hanno assistito quasi increduli a quello che stava accadendo, senza tuttavia rinunciare a riprendere gli scontri con i telefonini. I manifestanti rivendicano quello che a loro dire è stato un successo: «Più di 2000 persone - sostengono in una dichiarazione - in piazza a Napoli hanno violato il dispositivo di sicurezza imposto dalla Questura per dire chiaramente che il G7 della guerra non è il benvenuto. Una moltitudine determinata che con chiarezza ha detto che Napoli ripudia la guerra, il genocidio del popolo palestinese: Crosetto e i ministri del G7 a Napoli non passeranno. Le vostre guerre le ricacciamo indietro».
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