Il Consiglio d'Europa, Ranucci, il giudice anti Meloni: ecco il podio dei peggiori

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Il report dell'Ecri che getta fango sui nostri poliziotti, i pizzini di Report contro il governo, la mail di Patarnello sulla Meloni: ecco il peggio della settimana

 ecco il podio dei peggiori

Al terzo posto sul podio dei peggiori questa settimana troviamo gli sciacalli della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza, organo del Consiglio d'Europa che ha gettato fango e accuse infondate contro i nostri poliziotti. La tesi è agghiacciante, e non per la gravità dei fatti ma perché è del tutto campata per aria. Sentite un po' qua: i poliziotti italiani, dicono a Strasburgo, sono razzisti perché fanno controlli e fermi in base all'origine etnica, in particolare su rom e africani. Una beffa per tutti quegli uomini in divisa che ogni giorno scendono in strada per garantire la sicurezza di noi tutti e che ogni giorno vengono puntualmente dileggiati, aggrediti e financo feriti con brutalità. E persino inquisiti: sette degli agenti finiti in mezzo ai raid pro Pal a Pisa sono ora accusati di eccesso colposo di legittima difesa e lesioni lievi colpose. Una vergogna, quella del Consiglio d’Europa, che però ha trovato le istituzioni compatte nel rispedire al mittente le aberranti accuse di razzismo. Purtroppo, tra le fila del Partito democratico, non è mancato chi, pur di dar contro alla Polizia, si è bevuto tali panzane e ha chiesto ulteriori indagini.

Al secondo posto c'è Sigfrido Ranucci che, invitato a Un giorno da pecora, ha minacciato apertamente il governo con quello che, più che un'anticipazione della prossima puntata di Report, è suonato come un pizzino rivolto alle "alte cariche di Fratelli d’Italia". "È un nuovo caso Boccia al maschile", ha promesso ai microfoni della radio pubblica. "Riguarda sempre il ministero della Cultura, ma Sangiuliano non c'entra". Poi, dopo aver annunciato documenti e chat scottanti, ha tirato in ballo Alessandro Giuli: "Domenica sera gli consiglierei di seguire Inter-Juventus...". Domani scopriremo di cosa si tratta. Intanto sulla scrivania del neo ministro sono già arrivate le dimissioni del capo di gabinetto Francesco Spano. Non sappiamo con certezza se i due fatti siano collegati o meno. Ma di sicuro andare in radio a promettere fango sul governo non è certo il modo migliore di fare giornalismo. Anzi, ci azzardiamo a dire che non è proprio modo di fare giornalismo.

Ma (forse) non è del tutto casuale che l'assalto di Report arrivi subito dopo le spiate e i dossier, guardate un po' la coincidenza, a ridosso del giorno in cui il governo Meloni spegne la seconda candelina, e che si accompagni alle spallate di una certa magistratura iper politicizzata.

E, infatti, al primo posto del nostro podio abbiamo il sostituto procuratore della Cassazione, Marco Patarnello, ovviamente uno dei tantissimi togati iscritti alla corrente rossa di Md. Sabato scorso, esattamente ventiquattr’ore dopo il blitz del giudice Silvia Albano (pure lei di Md) sugli immigrati trasferiti in Albania, Patarnello invia una mail ai suoi contatti. Parlando appunto del caso Albania e dello scontro che ne è scoppiato tra governo e toghe, scrive (testuali parole) che la Meloni "non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche" e che questo non solo "rende lei molto più forte" ma anche più pericolosa la sua azione "avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto". Lo scoop del Tempo mette nuovamente a nudo una magistratura barricadiera e militante che fa politica attiva dentro e fuori dai tribunali. Ricordate il giudice della Corte dei Conti, Marcello Degni, che sognava di far "sbavare di rabbia" il governo sulla manovra? E il giudice di Catania Iolanda Apostolico che non aveva convalidato il trattenimento di alcuni tunisini nel cpr di Pozzallo? E, prima ancora (eravamo alla vigilia delle politiche che avrebbero incoronato la Meloni), Francesco Crisafulli della sezione Immigrazione del Tribunale di Roma che su Twitter scriveva: “Centrodestra di pazzi"? La mail di Patarnello, insomma, è solo la punta dell'iceberg.

O peggio: la punta di una montagna di pattume che probabilmente nemmeno questo governo riuscirà mai a ripulire. E in tutto questo schifo c’è pure chi, come Ilaria Cucchi, ha il coraggio di schierarsi con le toghe politicizzate e querelare il Tempo.

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