Mancavano dieci giorni al matrimonio, c’erano le bomboniere, il ristorante prenotato, la gioia di dare una svolta alla propria vita familiare. Quel giorno - lo scorso 17 maggio - Assunta era in sella allo scooter guidato dal padre, stava tornando da lavoro, andava a prendere la figlioletta di 11 mesi. Una giornata come tante, carica di aspettative e di emozioni, devastata all’improvviso. Assunta B., 32 anni, era al semaforo di via Arenaccia, angolo di via Mazzocchi, quando è stata travolta da una carambola provocata da un pirata della strada.
Un bolide ha tamponato l’auto che precedeva lo scooter che era incolonnato nel traffico. Assunta si è ritrovata a terra, schiacciata tra lo scooter e l’auto tamponata. Il padre è stato sbalzato a pochi metri di distanza. Lei è finita in ospedale, in coma, per sottoporsi a dieci interventi chirurgici per la difficile ricostruzione dell’intestino, lui - il delinquente alla guida - è attualmente libero. E strafottente.
Una storia che viene raccontata in una lettera a Il Mattino dal legale di Assunta B., l’avvocato Enrico Ricciuto: «Non solo ha speronato auto e scooter, riducendo una donna in fin di vita, ma si è macchiato anche di altri reati: omissione di soccorso, per non aver aiutato quella ragazza a terra, schiacciata da una morsa impressionante; per non parlare poi dell’aggressione consumata ai danni dell’autista della vettura speronata». Spiega l’avvocato a Il Mattino: «L’autista tamponato gli chiedeva di aiutarlo a soccorrere Assunta, lui lo ha aggredito ed è scappato. Nei suoi confronti, non c’è stato alcun intervento da parte della magistratura. Anzi: si fa vedere in giro, è possibile trovarlo sempre al bar. Pensate - aggiunge - che quel giorno guidava senza la patente, che gli era stata sospesa o ritirata sempre per gravi infrazioni al codice della strada».
Una vicenda maledettamente simile a quella di tante altre. Il caso di Assunta B. somiglia a quello di Morena (ragazza investita da un folle che andava contro mano), di cui parliamo in questo servizio, ma anche alle tante vittime straziate dall’indifferenza, dall’arroganza e da un altro fattore. Quale? Lo spiega a Il Mattino l’avvocato Ricciuto: «Come è possibile che un soggetto recidivo mette insieme una sfilza di reati e non viene neppure convocato dall’autorità giudiziaria. Perché nessuno interviene per questi casi, che - in questa città - stanno crescendo a vista d’occhio?».
Già, la recidiva. Guida senza patente, lesioni gravissime, omissione di soccorso, violenza privata nei confronti di un altro automobilista: non ce n’era abbastanza per una misura restrittiva? Ma torniamo ad Assunta. È stata ricoverata al Cardarelli, i medici sono al lavoro per ripristinare la funzione digestiva. È stata in coma e in rianimazione. Non si è sposata ancora, si stringe accanto al compagno, alla figlia e ai propri parenti. Vittima di un pirata della strada che nessuno ha fermato fino a questo momento e che vive nella propria indifferenza.
C’è una denuncia presentata in Procura, ma - come è noto – in materia di reati stradali, quando non ci scappa il morto, le misure restrittive sono a carattere discrezionale. E i processi restano in un limbo. Nessun deterrente, nessun intervento in grado di arginare questo tipo di fenoneni. Anche i processi seguono un andamento lento, le condanne non fanno paura a nessuno, specie per chi non è solvibile e non ha nulla da perdere. Una storia che attende le mosse della magistratura, mentre - a fatica - un intero nucleo familiare cerca di riconquistare la normalità perduta lo scorso 17 maggio.