Klimt, spunta l'oro segreto: nell'opera "Le tre età" trovati metalli preziosi. «E' un quadro gioiello»

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Oro segreto, abbinato al platino e all’argento. Una tavolozza sorprendente di metalli preziosi usati non per scolpire oggetti d’alta gioielleria, ma per dipingere una tela capolavoro. Quando l’arte diventa davvero un gioiello. Ci sono volute le sofisticate tecniche di “imaging iperspettrale” e “fluorescenza a raggi X” per esplorare e identificare la natura dei pigmenti adottati da Gustav Klimt nel suo capolavoro “Le tre età”, opera icona, manifesto dell’estetica del pittore viennese all'alba del Novecento (1905), che spicca nella collezione della Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma. «A tutt’oggi sono pochi i lavori in letteratura che riportano informazioni in merito al tipo di metalli preziosi e non, che Klimt ha impiegato nel suo periodo aureo», spiegano gli studiosi.

Sulle tracce dei maestri del Rinascimento

Ora la svolta. Donne in oro. Ma anche donne in platino e argento, dunque. L’essenza aurea nell’arte di Klimt è sempre stata messa in evidenza, ma stavolta la sorpresa sta nell’essenza di quei pigmenti. E la scelta delle combinazioni per creare inediti effetti cangianti della superficie. Le mappe “XRF” evidenziano ora l’impiego di oro, platino e argento sia negli sfondi che a ornamento delle figure femminili. Siamo al cospetto dell’artista leggendario dell’epopea secessionista viennese, cuore pulsante di quel modernismo positivista che agiterà come una febbre la fine dell’Ottocento e l’alba del Novecento.

LA TECNICA SEGRETA

Tecniche pittoriche e scelte stilistiche vengono ora riscritte dalle analisi condotte sull’opera “Le tre età” dal CNR e dal Centro di Eccellenza SMAArt dell’Università degli Studi di Perugia, che hanno riconosciuto la presenza diffusa di lamine e polveri metalliche dai toni iridescenti. L’impresa scientifica e tecnologica è stata intrapresa dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, in stretta sinergia con la Gnam di Roma, in occasione dell’esposizione dell’opera nel museo perugino la scorsa estate. Un soggiorno “dorato” che, alla luce delle nuove scoperte, replicherà dal 26 ottobre, quando “Le tre età” di Klimt tornerà in esposizione alla Galleria dell’Umbria per la mostra “L’età dell’oro”, fino al 19 gennaio 2025.

«Dopo in grande successo estivo, siamo felici di poter offrire ai visitatori gli straordinari risultati emersi da queste analisi», dichiara Costantino D’Orazio, Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria Strategico è stato il team di ricercatori del CNR intervenuto con apparecchiature all’avanguardia. «L’unione di tecnologie all’avanguardia e competenze di altissimo livello ha potuto svelare aspetti inediti di come il dipinto sia stato realizzato, soprattutto nella parte dei peculiari sfondi metallici», spiega Laura Cartechini, responsabile della sede di Perugia dell’Istituto di Scienze e Tecnologie Chimiche “Giulio Natta” (SCITEC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

LA MAPPA

I risultati delle analisi sono sorprendenti. «Spicca la presenza diffusa di lamine e polveri metalliche dai toni iridescenti con cui l’artista ha creato effetti cangianti della superficie». L’impiego di oro, platino e argento è stato mappato nel dettaglio, sia negli sfondi sia nell’ornamento delle figure femminili. «Inoltre, la cromia dei capelli della giovane donna vede l’impiego combinato di ossido di ferro, tipicamente presente nei pigmenti a base di ocre, e l’oro per ottenere tonalità più calde del colore», avvertono i ricercatori. L’uso esteso di metalli preziosi dimostra come la tela possa davvero considerarsi un “gioiello”, nel quale Klimt ha cercato di ottenere quella brillantezza che ancora oggi rende l’opera uno dei capolavori più apprezzati dall’artista.

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