La Terza guerra mondiale è davvero più vicina? Le minacce di Kim e la nuova dottrina nucleare di Putin

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Kim Jong-un parla di «Terza Guerra Mondiale». Il leader nordcoreano non risparmia accuse a Stati Uniti e Occidente. Ordina ai suoi militari di concentrare ogni sforzo sulla «piena preparazione alla guerra». Assicura che Pyongyang rafforzerà «senza limiti» le sue «forze di autodifesa» e «la capacità nucleare», dopo che Seul e Washington lo hanno accusato di aver inviato più di diecimila soldati per sostenere quella che il Cremlino ha lanciato mille giorni fa in Ucraina come «operazione militare speciale». Parole che arrivano nel giorno in cui Putin ha annunciato la nuova dottrina nucleare russa, adottata con un decreto, che definisce il ricorso alle armi atomiche «un mezzo di deterrenza come misura estrema e ultima risorsa» a scopo di difesa. Ma ne amplia la possibilità di impiego sulla base dell'attuale situazione, come ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. La nuova dottrina sostituisce quella in vigore dal 2014 e prevede che l'uso di armi nucleari debba essere deciso dal presidente.

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Kim e la Terza guerra mondiale

«Stati Uniti e altri Paesi in Occidente usano l'Ucraina come forza d'assalto» per combattere la Russia e la «continua assistenza militare all'Ucraina e a Israele» da parte degli Usa «aggrava la situazione della sicurezza a livello internazionale, alimentando i timori di una Terza Guerra Mondiale», afferma Kim secondo dichiarazioni diffuse da Pyongyang dopo le notizie sul via libera di Washington all'uso da parte di Kiev di armamenti a lungo raggio contro obiettivi militari all'interno del territorio russo.

In un discorso a comandanti di battaglioni, di cui dà notizia oggi l'agenzia Kcna ma che è stato pronunciato venerdì scorso, Kim non ha citato il dispiegamento di truppe nordcoreane. Per lui Usa e Occidente sfruttano il conflitto in Ucraina per «ampliare l'obiettivo dell'intervento militare a livello globale».

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I testi missilistici della Corea del Nord

«Dal momento che gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali usano l'Ucraina come forza d'assalto nella guerra contro la Russia - sono le parole riportate dalla Kcna, mentre la Corea del Nord va avanti con i suoi test missilistici e punta sui droni kamikaze - dovremmo considerarla una manovra per arricchire la loro esperienza di guerra reale e ampliare l'obiettivo dell'intervento militare nel mondo». «Probabilmente» Kim, dopo la ratifica del patto di mutua difesa con la Russia, «tiene a mente la possibilità di ulteriori dispiegamenti per sostenere la guerra della Russia in Ucraina», osserva Hong Min, analista del Korea Institute for National Unification citato dall'agenzia Afp. La Corea del Nord, dicono gli osservatori ha bisogno di denaro e tecnologia. A Mosca serve manodopera. La Corea del Nord, evidenzia la Bbc, può anche avere uno dei più grandi eserciti al mondo, con 1,28 milioni di soldati attivi, ma senza recenti esperienze di combattimento. Un esercito «indottrinato con cura, ma con scarsa preparazione», sintetizza Mark Cancian del Centre for Strategic and International Studies (Csis). Ma che non va considerato per questo, avverte in dichiarazioni rilanciate dalla rete britannica, 'carne da cannone'.

Le truppe dei reparti d'élite

Secondo i servizi d'intelligence ucraini e sudcoreani, molte delle truppe dispiegate in Russia appartengono a reparti d'élite (Storm Corps). E - sottolinea Michael Madden, esperto di Corea del Nord dello Stimson Center di Washington citato dalla rete britannica - sono soldati «addestrati a sopportare un alto livello di dolore fisico e tortura psicologica». Così, «quello che manca loro a livello di combattimento lo compensano con quello che possono tollerare fisicamente e mentalmente». Inoltre, osserva Cancian, «i russi sembrano fornire ulteriore addestramento, probabilmente sulle circostanze particolari della guerra in Ucraina». E queste truppe nordcoreane potrebbero essere tra le «più capaci» a disposizione della Russia, osserva Chun In-bum, generale sudcoreano a riposo. Perché la Russia, dice, «ha inviato truppe al fronte senza un addestramento adeguato» e «rispetto a simili reclute i nordcoreani sono addestrati e motivati». «Non sono testati in combattimento, ma presto non sarà più così", aggiunge dopo le notizie di un primo scontro tra ucraini e nordcoreani nel Kursk. Non mancano comunque esperti convinti che la barriera linguistica e la poca familiarità con i sistemi russi possano complicare ruoli da combattimento per i nordcoreani. Ma per Pyongyang il coinvolgimento ha il suo vantaggio. «Per la Corea del Nord il dispiegamento è un buon modo per fare denaro», afferma Andrei Lankov, alla guida del Korea Risk Group citato dalla Bbc. Per l'intelligence sudcoreana si parla di 2.000 dollari a soldato al mese, con la maggior parte dell'importo che finirebbe nelle casse di Pyongyang, che - dice l'esperto - potrebbe anche avere accesso alla tecnologia militare russa.

La dottrina nucleare russa

Tra i cambiamenti principali introdotti con la nuova dottrina nucleare russa, sottolinea l'agenzia Tass, mentre la precedente prevedeva l'impiego di armi nucleari solo nel caso in cui «l'esistenza stessa dello Stato sia minacciata», ora il concetto viene ampliato, prevedendo appunto una risposta nucleare anche ad una «minaccia critica alla sovranità e all'integrità territoriale» della Russia o della Bielorussia, sua stretta alleata. Una minaccia che provenga da un attacco sia atomico sia con armi convenzionali. Il documento prevede che ogni «aggressione da uno Stato che appartiene a una coalizione militare (per esempio la Nato, ndr) contro la Federazione Russa e i suoi alleati sarà considerata come un'aggressione da parte di tutta questa coalizione». Inoltre, un'aggressione «da parte di uno Stato non nucleare con il coinvolgimento o il sostegno di uno Stato nucleare, sarà considerata come un attacco congiunto». Alla domanda se ciò significhi che la Russia potrebbe dare una risposta nucleare anche ad attacchi non nucleari da parte dell'Ucraina con l'uso di missili forniti da Paesi occidentali, Peskov ha risposto affermativamente. «Sì, è menzionato», ha detto il portavoce del Cremlino. Tuttavia vengono anche stabiliti nei dettagli i criteri per una valutazione della minaccia. Tra questi vi è l'esistenza di informazioni affidabili sul lancio di un attacco «massiccio» alla Russia con mezzi aerei e missilistici che oltrepassino il confine di Stato. La nuova dottrina stabilisce che una risposta nucleare potrà essere diretta anche «contro Stati che mettano a disposizione il territorio, lo spazio aereo o marino e le risorse sotto il loro controllo per la preparazione e l'attuazione di un'aggressione» contro la Russia. 

L'arsenale nucleare di Mosca

La Russia è considerata la prima potenza nucleare del pianeta, con quasi 6.000 testate. Il Bulletin of the Atomic Scientists stimava però nel 2022 che di queste 1.500 erano state ritirate per essere smantellate. Di quelle rimaste, quasi 1.600 sarebbero effettivamente dispiegate e pronte all'uso, mentre le restanti sarebbero «di riserva». Di quelle operative, 812 sarebbero installate su missili balistici da terra, 576 su missili balistici lanciabili da sommergibili e 200 nelle basi dei bombardieri pesanti. Le testate nucleari sono comunemente catalogate come strategiche, capaci di raggiungere obiettivi più lontani, e tattiche, che potrebbero essere impiegate nei teatri di guerra. Si stima che Mosca disponga di 1.900 ordigni tattici. 

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