Margaret Spada è morta il 7 novembre in «un quadro di sofferenza acuta». Lo ha detto l’autopsia: prima un arresto cardiaco nello studio Procopio che l’ha portata al coma irreversibile, poi la morte in ospedale, al Sant’Eugenio, sempre per arresto cardiaco. Ed è proprio sul cuore che, dall’esame autoptico, sono emerse delle perplessità. Perché ci sarebbe una situazione macroscopica di dubbia natura che ha portato i medici a disporre - oltre agli esami che chiariranno il tipo di sostanze e le possibili reazioni che hanno fatto sentire male la 22enne a inizio operazione - un esame istologico per confermare o escludere una malformazione congenita a livello cardiaco.
I DUBBI
Una condizione che poteva non emergere dall’elettrocardiogramma - che Margaret aveva inviato ai medici - ma che, se sollecitata da fattori esterni determinati dall’intervento, come una dose eccessiva di anestetico misto a farmaci vasocostrittori, potrebbe aver portato alla morte della ragazza. Per questo, per chiarire i dosaggi e il tipo di anestetico utilizzato, la procura di Roma ha nominato un ulteriore consulente, Mauro Dauri, specialista in Anestesia e Rianimazione al policlinico di Tor Vergata. Ma la posizione dei medici, al di là della possibile malformazione congenita, rimane comunque grave: hanno operato in un luogo non autorizzato e, a differenza di una sala operatoria, non attrezzato ad affrontare un’emergenza come quella che si è verificata. C’è poi un altro aspetto che era emerso già dall’autopsia, effettuata due giorni fa a Tor Vergata da Filippo Milano, professore associato di medicina legale dell’università UniCamillus, nominato dalla procura di Roma, alla presenza dei periti di parte.
Margaret, 22enne di Lentini, in provincia di Siracusa, era arrivata a Roma con il fidanzato la mattina del quattro novembre, si era recata nello studio dei Procopio - Marco e Marco Antonio, padre e figlio indagati per omicidio colposo - in viale Cesare Pavese, aveva mangiato prima dell’intervento di rinoplastica senza osteotomia (un tipo di intervento al naso che non prevede la rottura delle ossa, ma è pur sempre un intervento che necessita di una sala operatoria) al quale doveva sottoporsi. Poi l’anestesia locale e il malore, sopraggiunto dopo alcuni minuti. Ma dall’esame autoptico, a differenza di quanto detto dai due medici indagati, sono emersi elementi che fanno pensare che l’intervento fosse iniziato quando è sopraggiunto il malore.
I PERMESSI
Veniamo ora ai permessi dello studio medico. «In questo studio si svolgeranno solo visite pre operatorie e controlli post intervento». Era il 2009 quando, in un’autocertificazione inviata alla Asl e alla Regione Lazio, uno dei titolari dello studio dell’Eur assicurava che lì non si sarebbero fatti interventi. Nella stessa autocertificazione il titolare (Marco Procopio) forniva tutti i suoi titoli accademici: la laurea in medicina a Padova, l'abilitazione a Verona e una specializzazione in chirurgia plastica conseguita all'Università Cattolica di Rio de Janeiro in Brasile, dettaglio questo aggiunto a penna. Il figlio invece si è laureato in Romania. Nelle carte che stanno emergendo dalle verifiche disposte anche dalla Regione viene fuori la storia travagliata dello studio che pure aveva tanti pazienti grazie anche ai social - ricordiamo che la stessa Margaret lo aveva trovato su TikTok. Nel 2008 lo studio è oggetto di un provvedimento di chiusura perché sprovvisto di autorizzazione, nelle controdeduzioni, il titolare sostiene che lo studio «non è mai entrato in funzione», aggiunge comunque che aveva i requisiti per essere idoneo chiedendo l'archiviazione della pratica. E sottolinea: «qui si svolgono solo le visite». Ma Margaret lì è stata operata e, a quanto raccontano altre pazienti che nei prossimi giorni saranno ascoltate dagli inquirenti, anche loro si sono sottoposte ad interventi che sono stati svolti in quello studio e anche loro avrebbero accusato malori, anche se lievi e solo di pochi minuti, appena dopo l’anestesia. Una struttura che, come sottolineato dal presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, era «sprovvista di autorizzazione per quel tipo di intervento».
LE INDAGINI
Intanto c’è attesa per il sopralluogo dei militari del Nas nello studio Procopio, su disposizione del pm Erminio Amelio, per verificare se all’interno fosse presente il defibrillatore o farmaci salva vita. Al termine delle indagini, gli atti saranno acquisiti dall’Ordine dei medici che aprirà un fascicolo interno per effettuare verifiche sull’operato degli indagati che, qualora le ipotesi fatte fino ad ora dovessero essere confermate, potrebbero anche essere radiati dall’albo. Intanto domani a Lentini - dove è stato proclamato il lutto cittadino - ci saranno i funerali di Margaret, la cui salma è tornata ieri in Sicilia, accompagnata dai genitori. «La città intende abbracciare la famiglia per una perdita drammatica che coinvolge la comunità di Lentini. Un abbraccio sentito e che va oltre i confini del comune», ha detto l’avvocato della famiglia, il penalista Alessandro Vinci.
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