SAN FIOR (TREVISO) - Anche ieri mattina Mauro Dal Bianco si era alzato alle 5 e la moglie, Margherita, aveva fatto colazione con lui. «Da 32 anni – ricorda lei con commozione – mi sono sempre alzata con lui per fare colazione insieme, anche quando aveva il turno al mattino presto. Nel suo orario lavorativo, con cadenza programmata, faceva anche dei turni di primissima mattina, che potevano cadere di sabato o di domenica o in altri giorni festivi. Mio marito andava in azienda per il controllo dei macchinari, in particolare dei controlli numerici. Mentre facevamo colazione mi aveva detto che proprio ieri mattina non aveva tanta voglia di andare al lavoro. Gli avevo risposto: dai non ci pensare, oggi torni a casa presto. Avrebbe terminato di lavorare per le 9. Invece non l'ho più visto vivo», la voce della moglie si spezza.
Mauro Dal Bianco era un uomo generoso, sempre pronto ad aiutare il prossimo. Lavorava come tecnico per la Db Mech sin dal 1988, disponibile con i colleghi, in particolare con i più giovani. «Se un amico aveva bisogno di una mano, lui era pronto a dargliela. A chiunque gli chiedesse qualcosa Mauro rispondeva con slancio» ricorda. La sua passione più grande era l'orto di casa. «Quando arrivava stanco dal lavoro trovava nell'orto il suo relax – racconta la moglie -. Si dedicava con tanta passione, il suo era l'orto più bello di tutta Castello Roganzuolo, tante le persone che venivano a vederlo. Aveva sicuramente il pollice verde». Oltre alla moglie, Mauro Dal Bianco lascia i figli Matteo di 32 anni, Manuel di 29 e Davide di 22.
LA COMUNITÀ
Appresa la notizia, il sindaco di San Fior, Gastone Martorel, ha detto: «Oltre al cordoglio di un lutto del genere, è chiaro che rimane un vuoto che per i cari di Mauro Dal Bianco non è colmabile. Di esempi ne abbiamo fin troppi, sia nel nostro paese sia nella nostra provincia. Abbiamo delle strade statali, provinciali e comunali nelle quali vogliamo sempre correre di più, fare sempre più in fretta. Il traffico è tanto, il tempo poco e le nostre vie sono sempre più pericolose. Quando poi succedono queste tragedie ci troviamo a pensarci, al fatto che non dovremmo essere sempre di corsa, che dovremmo pensare alle cose, che non dovremmo distrarci sempre, ma è sempre troppo tardi. In questo caso si tratta di una persona che ha lavorato una vita e che adesso, una mattina andando a lavoro giusto per qualche ora, la perde».
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Attorno alla famiglia si stringe anche il vicinato, in via Gardin a Castello Roganzuolo: «Quella dei Dal Bianco era una famiglia da invidiare - commenta una signora che abita nelle vicinanze - Mauro non era soltanto una brava persona, come si suol dire quando qualcuno viene a mancare, ma un autentico brav’uomo, capace di darti una mano senza mai chiedere nulla in cambio. Un lavoratore instancabile che non rifiutava mai né gli straordinari né i turni più sfidanti, anche nei giorni di festa». E un’altra vicina di casa si avvicina alla finestra per confermare: «Una famiglia meravigliosa, creata da due persone che si amavano davvero, con tre figli altrettanto gentili ed educati. Mi dispiace tantissimo e spero tanto che trovino la forza per andare avanti». Vivono nelle vicinanze della bifamiliare dei Dal Bianco anche dei parenti della moglie: «Lui era una bravissima persona. Gioviale e simpatico in ogni situazione. Curava sempre l’orto, il più bello del paese, e amava anche il fai-da-te e la tecnologia. Qualche volta organizzava delle cene con gli amici, tra vinelli e affettati, per godersi la vita assieme alla sua famiglia».