Napoli-Atalanta 0-3, il gran cuore dei tifosi: ?adesso bisogna rialzarsi

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Il gol più bello lo ha segnato Napoli al 96’. Napoli, non il Napoli che si è genuflesso davanti all’Atalanta, vincitrice dell’Europa League. 

In questo periodo è la squadra più in forma del campionato, Conte aveva messo tutti sull'avviso ma non poteva immaginare una sconfitta così dura. La reazione dello stadio Maradona dopo lo 0-3 è stata un incoraggiamento con applausi e cori per il tecnico e gli azzurri, per la capolista che ha visto ridursi il vantaggio sulla seconda e domenica darà l'assalto all'Inter al Meazza. «Abbiamo un sogno nel cuore», è salito un urlo dagli spalti in risposta al saluto di Di Lorenzo e dei suoi compagni dal campo. E questo sogno non può certo morire all'alba del campionato. Perché sono state giocate 11 partite e questo era un avversario molto tosto.

Conte ha ricordato che è venuto qui per ricostruire: c'è bisogno di pazienza e tempo. Il primato è stato un pieno di entusiasmo per i napoletani ma nessuno si era illuso che lo scudetto fosse stato già vinto. Perché c'è una concorrenza forte e il Napoli ha giocatori importanti che funzionano ancora a intermittenza, come Lukaku e Kvara: martedì avevano firmato il successo sul Milan, ieri sono stati inesistenti.

La squadra e il suo allenatore sanno di poter contare su fortissimi alleati. Quei cori e quegli applausi sono stati come una pacca sulle spalle degli azzurri e una spinta a rialzare la testa tra sei giorni nella sfida contro l'Inter. Migliaia di napoletani, se potessero, urlerebbero al Napoli "Non ti disunire", come fa il regista Capuano con Fabietto nel film "È stata la mano di Dio" di un tifoso doc come Paolo Sorrentino. Restino uniti gli azzurri, smaltiscano la delusione per la seconda sconfitta, anche questa per 3-0. Conte li metterà davanti al video, non dietro alla lavagna, alla ripresa degli allenamenti perché soprattutto per chi è abituato a vincere come lui è chiaro il senso di una sconfitta. Due anni fa, quando allenava il Tottenham, disse: «Ho vinto un sacco di trofei ma ho anche perso tanto. È stato un bene perché a volte, quando perdi, diventi più forte e il tuo disappunto diventa una carica».

Nelle nove partite intercorse dalla prima alla seconda sconfitta i tifosi hanno visto una luce che li ha convinti che è questa la strada giusta, a prescindere dai difensori travolti dall'imprendibile Lookman e da Lukaku che non ne ha azzeccata una contro Hien. Non è soltanto un atto di fede verso il Napoli. È una riflessione maturata nei 76 giorni trascorsi dal Verona all'Atalanta. Quella fu un'umiliazione contro una squadra più debole, questa è stata una sconfitta pesante sulla quale non si deve drammatizzare perché l'avversario è di valore, con un allenatore che ha vinto nella scorsa stagione una coppa europea "pesante" e non a caso è stato in ballottaggio con Conte per gestire la ricostruzione del Napoli. Si riparte non dallo 0-3 ma dall'abbraccio di Napoli e dalle mani tese ai giocatori per farli rialzare subito.

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