Oggi la polizia di stato di Napoli ha eseguito un’importante ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli. L’operazione, condotta su delega del procuratore della Repubblica, ha visto coinvolti due uomini e tre donne, tutti gravemente indiziati di reati gravi, tra cui sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni personali, aggravati dall’uso di metodi mafiosi. Gli indagati sono collegati al noto sodalizio camorristico del clan Contini.
Cosa è successo?
Le indagini sono scaturite da una denuncia presentata alla fine di settembre da un genitore, il quale ha segnalato il rapimento del proprio figlio, accusato di un debito di considerevole entità. Gli investigatori hanno ricostruito una dinamica inquietante: il giovane sarebbe stato condotto in un'abitazione nel quartiere Poggioreale, dove è stato aggredito brutalmente, colpito con spranghe di ferro e mazze di legno.
Il padre, a sua volta, sarebbe stato costretto a subire violenze in presenza del figlio, minacciato di gravi conseguenze se non avesse consegnato in tempi stretti una somma di denaro elevata.
L'intervento della polizia
Grazie a un’accurata analisi delle immagini di videosorveglianza e a una rapida azione investigativa, la polizia ha individuato il luogo del reato. Durante un’irruzione nell’abitazione coinvolta, gli agenti della polizia scientifica hanno rinvenuto tracce evidenti del pestaggio. Ulteriori indagini hanno permesso di scoprire che la vittima era stata trasferita a un altro indirizzo nella zona di Castel Volturno, dove è stata tenuta prigioniera per ore.
Successivamente, il giovane è stato abbandonato all’esterno del pronto soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli di Napoli, dove ha ricevuto le prime cure per le lesioni riportate, le quali sono state giudicate guaribili in 30 giorni.
Il ruolo degli indagati
Gli elementi raccolti dalle forze dell'ordine hanno chiarito il coinvolgimento di ciascun indagato, che ha avuto un ruolo specifico nell'operazione illecita. Tra i destinatari dell’ordinanza figurano anche esponenti di spicco del sodalizio camorristico, con alcuni di loro che hanno agito come autori materiali delle percosse e altri che hanno svolto funzioni di vedetta.