Il clochard romeno ha sfruttato un'impalcatura allestita per dei lavori ed è rimasto in cima all'edificio per quasi due ora. Il motivo? Un telefono introvabile
Grazie a un’impalcatura allestita per dei lavori in corso, si è arrampicato sulla facciata principale della stazione Centrale, in piazza Duca d’Aosta, e lì è rimasto per quasi due ore, lamentandosi ad alta voce, con grida disarmanti, per...un telefono introvabile!
Sì, un clochard romeno che vive e si muove nelle vicinanze del principale scalo ferroviario del Nord Italia, la Centrale appunto, ieri sera ha creato non pochi problemi al personale della Polfer e ai vigili del fuoco. La polizia ferroviaria e i pompieri, infatti, dopo aver chiuso, per precauzione, i cancelli frontali della stazione, hanno cercato di soccorrerlo, chiamando anche un’ambulanza per convincerlo a scendere e comprendere la ragione di questo gesto che sembrava dimostrativo. L’uomo, intorno alle 18.15, infatti, è salito alla ragguardevole altezza di circa venti metri servendosi appunto dell’impalcatura, quindi ha cominciato a urlare una serie di parole del tutto incomprensibili nella sua lingua. Molti i passeggeri che correvano a prendere il treno o arrivavano in città e che si sono bloccati davanti all’ingresso della stazione incuriositi da tanta veemenza: c’era chi credeva che l’uomo fosse disperato e volesse suicidarsi e tutto faceva pensare questo.
Quando gli agenti della Polfer, guidati dal dirigente Nunzio Trabace, hanno fatto scendere il senzatetto romeno e lo hanno portato nei loro uffici, con tanta
pazienza si è potuto comprendere finalmente l’arcano: l’uomo si lamentava che, in un posto come la Centrale, nemmeno uno come lui che ci vive e conosce un po’ tutti, era stato «risparmiato» dal furto del telefonino. Chi la fa...