Elezioni in Liguria, migranti, ma anche dati rubati e dossieraggi. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha parlato dei temi più caldi del momento in un'intervista a Mattino Cinque. Lo ha fatto da una posizione di forza, quella di chi, grande escluso dal campo largo ligure per volere dei 5 Stelle, oggi può rivendicare un proprio peso specifico nell'alleanza delle opposizioni.
Renzi, Liguria: «Era un rigore a porta vuota e hanno fatto autogol»
E infatti su cosa sia andato storto in Liguria per il centrosinistra, con la vittoria delle maggioranze in barba allo scandalo corruzione dell'ex governatore Toti, Matteo Renzi ha le idee chiare: «La Liguria è stata l'esempio di come il centrosinistra si taglia le gambe da solo» perché, ha aggiunto, «avevamo un rigore a porta vuota» ma «hanno fatto autogol perché Conte dei Cinque Stelle ha detto tutti, ma Renzi no». «E in una Regione che si gioca tutta sul filo dei voti - ragiona l'ex premier - se butti fuori qualcuno perdi».
Una lezione, questa, che la maggioranza ha capito bene: «La destra quando arriva alle elezioni si mette insieme per vincere - dice Renzi - la sinistra sembra che vuol giocare per perdere».
Anche se in casa 5 Stelle della sconfitta parlano i numeri perché «senza Renzi hanno perso comunque, sono al 4%», le parole del leader di Iv. «La questione vera è basta chiacchiericcio, basta litigare si parli di cose concrete», il monito.
E quando gli viene chiesto se ribadisca la sua recente adesione al centrosinistra, nonostante le rivalità interne e le ambiguità di posizionamento su alcuni temi, l'ex premier risponde: «Io sono del centro e si vince al centro. Io ho fatto un centrosinistra riformista, ma se questi dicono no a tutto. Se non mi vogliono perdono loro, in Liguria mi buttano fuori e perdono».
Renzi: «In Albania 800 milioni per un centro che non vale nulla. Dossieraggi? Chi deve controllare dica cosa ha fatto»
Liguria a parte, c'è stato spazio anche per altri temi. Renzi ha parlato dei discussi centri per migranti voluti dalla premier Meloni in Albania e, sul punto, ha invitato la sinistra a riassestare le mire per una vera opposizione: «La sinistra attacca la destra in nome dell'ideologia sui centri in Albania, ma il punto è che hanno speso 800 milioni per un centro che non serve a nulla, una goccia nell'oceano che costa un sacco di soldi agli italiani. Quei carabinieri portiamoli alla stazione di Milano».
Poi, lo sguardo del leader di Iv si è posato sul recente caso dossieraggi, quello dei dati rubati dalla società investigativa Equalize, un vero e proprio terremoto definito dal pm della Dda che indaga un «pericolo per la democrazia» visto pure che, tra le vittime, figurano i nomi di alte cariche dello Stato, Quirinale compreso.
Tra gli spiati, c'è anche Renzi, che infatti dice: «Io sono l'unico italiano che per guardare quanti soldi ha in banca non va in banca, ma in edicola. Io ho sofferto e anche la mia famiglia ha patito, ma io posso difendermi, andare in tv. Un un cittadino normale invece? Ora in un telefono hai tutto e se uno entra dentro in modo illegale non sta violando la privacy, ma distruggendo l'identità di una persona».
Da qui, l'appello a trovare la quadra anche con l'esecutivo per una soluzione: «Quindi dico basta polemiche destra e sinistra - l'invito di Renzi - destra e sinistra lavorino insieme, facciamo un atto per il quale si mette un argine, è semplice, se lei entra nel mio telefonino io so chi è lei, posso arrivare a prenderla, bene lei deve pagare, dall'altro lato siccome diamo un sacco di soldi a tanta gente per non far niente nelle varie agenzie istituzionali, diciamo che chi deve controllare ci deve spiegare cosa ha fatto fino ad oggi, perché se si sono fatti una dormita collettiva è inaccettabile».