La più consistente avanzata dall’estate del 2022. Una serie di sfondamenti lungo i mille chilometri di linea del fronte fra russi e ucraini. Le forze di Mosca, secondo il New York Times, dopo che per la maggior parte dello scorso anno si erano attestate nelle trincee in una guerra d’attrito che per certi aspetti ricordava la Prima guerra mondiale, nel mese di ottobre sono riuscite a guadagnare terreno lungo più direttrici, puntando essenzialmente alla conquista di Pokrovsk, cittadina di 60mila anime nel Donetsk e hub per i rifornimenti e le comunicazioni delle truppe di Kiev nel Donbass.
L'avanzata russa: i progressi
I progressi sono stati quantificati dal NYT in più di 400 chilometri quadrati e nel controllo di centri importanti nei quali in passato si era strenuamente combattuto con dispendio di vite umane. Come a Vuhledar, riconquistata dai russi all’inizio di ottobre. Un nuovo slancio, da lì, ha portato i soldati russi a impadronirsi di Selydove.
Eppure, l’assalto decisivo sembra essere quello contro Prokovsk, là dove l’offensiva di luglio dei russi si era arenata contro le linee di difesa concentriche approntate dagli ucraini. E dove ora si concentra la difesa delle forze di Kiev.
La metà dei guadagni territoriali di Mosca nell’ultimo anno è stata conseguita negli ultimi 3 mesi, a riprova di un’accelerazione e maggiore efficacia dell’esercito di Putin che punta a completare l’occupazione (o liberazione, come la definisce il Cremlino) del Donbass ucraino. «La situazione nel Donbass sudorientale – conferma Paesi Paroinen, esperto militare del think tank finlandese Black Bird Group - si sta rapidamente deteriorando». Ai piccoli progressi dei russi lo scorso luglio, è seguita una prima sconfitta degli ucraini in agosto, in direzione Pokrovsk.
I russi hanno poi tentato di aprirsi un varco attaccando Selydove da est e da nord, avanzando di una quindicina di chilometri. Poi, la cattura di Vuhledar, collina fortificata in posizione strategica. Ma l’attacco russo, grazie alla massa d’urto di un numero più alto di uomini e alla tattica della “talpa” che si rintana in un punto e riemerge all’improvviso in un altro, ha portato pian piano a un ribaltamento della percezione stessa delle sorti belliche. Con i russi, prima inchiodati alle trincee e vittime addirittura di incursioni in Russia nell’area di Kursk, adesso invece proiettati in avanti. C’è un problema di risorse umane.
Le forze in campo
La Russia conta 4 volte la popolazione dell’Ucraina. E se Putin non ha intenzione di ricorrere, per non perdere il consenso del popolo, a nuove mobilitazioni generali e si affida però a circa 11mila soldati nordcoreani comprese alcune centinaia di appartenenti alle forze speciali, l’Ucraina si trova nella condizione di dover affidare alcune linee di difesa nel Donbass a riservisti che hanno una certa età e uno scarso addestramento.
I russi saggiano punto per punto il lunghissimo fronte e là dove scoprono una fragilità, affondano il coltello e lanciano le truppe. «I russi oggi si trovano ben oltre la vecchia linea del fronte e i vasti campi minati dei tempi dell’offensiva contro Vuhledar del 2023». Per Vincent Tourret, analista della Fondazione francese per la Ricerca Strategica, gli ucraini si trovano indietro nell’uso delle bombe guidate e per la penuria di fortificazioni estese e la scarsità di soldati. Il segretario del Consiglio per la Difesa e la sicurezza nazionale, Oleksandr Lytvynenko, ha detto davanti al Parlamento ucraino che c’è bisogno di altri 160mila soldati, pari a un aumento dell’85 per cento delle truppe impegnate.
Il ministro degli Esteri, Lavrov, da parte sua avverte che un pareggio «non garantisce in modo affidabile gli interessi di entrambe le parti».Zelensky chiede ancora una volta agli americani di poter usare i missili a lungo raggio, in profondità nel territorio russo. E alla Corea del Sud chiede i missili Hawk.