Santo Romano ucciso a San Sebastiano al Vesuvio, sos degli inquirenti: «Girano troppe armi»

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In duemila per ricordare Santo. Ieri sera le fiaccole hanno illuminato San Sebastiano al Vesuvio proprio mentre al primo piano del Comune si riuniva il tavolo del comitato per l’ordine pubblico convocato d’urgenza dal prefetto Michele di Bari dopo la brutale uccisione del 19enne di Casoria per mano di un ragazzino di 17 anni. Una riunione fiume, durata più di due ore e mezza e alla quale hanno partecipato anche il procuratore generale Aldo Policastro e il procuratore dei Minori di Napoli, Maria de Luzenbeger.

Il monito

E proprio dalla de Luzenberger (che è al termine di un’esperienza decennale al vertice degli uffici giudiziari dei Colli Aminei) è arrivata un’analisi severa e lucida della situazione. Vedi alla parola: emergenza minori armati.

«È veramente un momento molto grave, nonostante il grande lavoro di prevenzione che stiamo svolgendo. Ci sono due temi: l’eccessiva circolazione di armi da fuoco addosso ai ragazzi, che evidentemente subiscono suggestioni sbagliate da contenuti violenti anche sul web, senza praticamente alcun controllo. In più, in questi territori c’è una cultura di camorra. Vi è tutta una fascia grigia di ragazzi anche giovanissimi che non sono necessariamente implicati nella camorra, né sono figli di persone implicate con essa, ma respirano un clima di violenza, vivono in una cultura di sopraffazione che è l’unica che poi dà loro in qualche modo visibilità».

Poi c’è un altro aspetto: il sostegno che andrebbe dato a chi esce già da percorsi giudiziari difficili (ed è il caso del presunto assassino di Santo, che solo poco tempo fa era uscito dall’istituto di Nisida). «Il problema è l’accompagnamento una volta che si esce dal circuito penale. Un accompagnamento che al momento è carente. Sì, oggi c’è un problema anche all’interno dei penitenziari minorili che non consente a pieno attività di recupero. Questo è un discorso che ho affrontato anche per quanto riguarda il penitenziario di Nisida e di Airola. I problemi sono tanti. Non sono necessariamente legati all’aumento delle carcerazioni. Le notizie di reato anzi sono piuttosto stabili: non vi è un aumento di reati ma un aumento di gravità dei fatti che coinvolgono i minorenni».

Il corteo

Santo Romano è stato ucciso nella notte tra venerdì e sabato mentre era con la fidanzata e alcuni amici. Quel colpo mortale è stato esploso proprio all’ingresso del Municiippio di San Sebastiano, dove ora è stata posata una rosa rossa legata al pupazzetto di un angelo e dove prosegue, inarrestabile, un pellegrinaggio di persone di ogni età. Lacrime e rabbia. Nonostante il dolore lacerante, ad aprire il corteo diretto verso la chiesa del centro c’era la mamma del 19enne, impietrita, annichilita dal dolore, assieme al figlio primogenito. E ancora una volta, accanto al parroco don Ciro Cozzolino, c’erano i rappresentanti della Chiesa, a cominciare dal vescovo di Napoli Mimmo Battaglia.

Davanti a una folla di oltre duemila persone il presule ha letto un messaggio di fermezza ma anche di speranza, sottolineato da numerosi applausi. «Dio che ascolti chi non parla - ha detto - parla a coloro che hanno sporcato con il sangue e la paura i marciapiedi, le strade, le case e i cuori della nostra terra. Genera in loro inquietudini sante e tormenti benedetti. E ridesta nella coscienza dei giovani e degli adolescenti invischiati nella rete mafiosa della violenza la consapevolezza che il vero valore dell’uomo non è dominare e uccidere, ma nel deporre le armi».

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È scosso di fronte a questa ennesima vicenda tragica anche il prefetto Michele di Bari. «Non dobbiamo dimenticare la morte di questo giovane, e non la dimenticheremo - afferma al termine del comitato - La morte di un giovane è un impoverimento di una comunità. C’è bisogno di un’attività educativa, sociale e di implementazione di tutti i servizi. Ma in questo momento stanno venendo meno le sentinelle sociali di controllo del territorio». E dunque, all’unisono con le parole del procuratore minorile, anche di Bari lancia l’allarme su un punto preciso: perché se si vogliono evitare altre tragedie, altro sangue innocente, servono più assistenti sociali e più “occhi” sul territorio.

E sul tema rovente delle tante, troppe armi in mano ai giovani conclude: «È stato fatto moltissimo dalle forze dell’ordine su questo fronte. Ci sono aspetti da approfondire come ad esempio la trasformazione delle armi giocattolo in armi vere, ma noi non ci arrenderemo a contrastare questi gravi fenomeni». La fiaccolata si scioglierà dopo le 21: c’era tanta di quella gente che a San Sebastiano sono dovuti intervenire i vigili urbani e la Protezione civile per chiudere alcune strade e consentire il deflusso di chi, ieri sera, ha pianto e pregato per Santo.

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