Si frattura il naso e va al pronto soccorso, rimandato a casa perché «mancava lo specialista». L'usl replica: «Decisione giusta»

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Si è fratturato il naso nel cuore della notte. E si è precipitato in pronto soccorso di Conegliano. Qui è stato subito curato. Ma dopo i primi controlli si è sentito dire che sarebbe dovuto tornare due giorni dopo. Apriti cielo. «Una cosa grave», hanno messo in chiaro i familiari anche sui social. Qualcuno ha pensato che il rinvio potesse essere legato all’assenza di specialisti in otorinolaringoiatra. Ma da quanto si apprende le cose non stanno affatto così.

Il problema

«Un paziente con una frattura al naso, a meno che non si tratti di un trauma facciale, non può essere trattato subito, prima è necessario ridurre l’edema - spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca, tra l’altro specialista proprio in otorinolaringoiatra - prima si riduce l’edema, con antinfiammatori, i tamponi, se previsti, e con l’indicazione di non soffiarsi il naso. E solo dopo si interviene. Il pronto soccorso si è comportato benissimo, per il bene del paziente».

È vero che l’otorinolaringoiatra fa base a Vittorio Veneto e non a Conegliano. Ma lo stesso direttore sottolinea che lo specialista è sempre reperibile. «È il medico che valuta la situazione. Non il paziente. Siamo stanchi di chi pensa di sapere tutto perché l’ha letto su internet - scandisce Benazzi - l’otorino è reperibile. Se fosse stato necessario, sarebbe intervenuto in sala operatoria spostandosi a Conegliano o facendo trasferire il paziente a Vittorio Veneto. Ma non era questo il caso». Al massimo, quindi, ci potrebbe essere stato giusto un problema di comunicazione nello spiegare al paziente perché era necessario tornare.

I farmaci

Ci potranno anche essere delle difficoltà. Ma bisogna distinguere. Uno dei nodi resta la distribuzione di medicinali nei reparti degli ospedali, come evidenziato dai sindacati. Con il nuovo direttore della farmacia ospedaliera di Treviso, Filippo Sconza, si sta lavorando per registrare il servizio. E il 18 ottobre lo sportello per l’erogazione diretta dei farmaci al Ca’ Foncello resterà chiuso per un inventario straordinario.

Liste d'attesa

Le prestazioni cosiddette “galleggianti”, cioè i trevigiani con un’impegnativa ma ancora senza appuntamento, sono calate. «Da ormai due anni stiamo lavorando a grande ritmo per ridurre le attese - sottolinea Stefano Formentini, direttore sanitario dell’Usl - dall’inizio dell’anno in tutta l’azienda sanitaria siamo complessivamente scesi da 9mila a 4mila pre-appuntamenti in sospeso». Il tutto mentre la richiesta di visite ed esami è aumentata anche del 40%. Non è tutto uguale.

Il piano dell’Usl prende come indice il distretto di Asolo. Emerge che i residenti nel distretto di Treviso chiedono molte più visite dermatologiche (+46%). Mentre a Pieve di Soligo c’è un boom per l’ortopedia (+72%), la riabilitazione (+36%) e l’oculistica (+33%). Rallenta ma non si ferma nemmeno la richiesta di Tac e risonanze. In particolare a ginocchio e prostata. «Quest’ultima prescrizione, che impegna l’apparecchiatura per 60 minuti a esame - si specifica nel piano - è passata dalle 1.466 prestazioni del 2019 alle 2.446 del 2022». Quasi mille in più. «E la capacità produttiva non è espandibile all’infinito», avvertono dall’azienda sanitaria.

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