Tutti gli uomini del presidente eletto Donald Trump sono suoi fedelissimi e stretti osservatori del verbo MAGA (Make America Great Again), sono personaggi che non hanno mai condannato l'assalto a Capitol Hill e sono soprattutto persone pronte alla maratona amministrativa dei prossimi due anni. La lealtà è il filo conduttore della prossima amministrazione che è a caccia di 4.000 posti da assegnare. I vertici sono già occupati dai volti già visti in campagna elettorale e subito dopo la vittoria. Da Elon Musk a Susie Wiles, da Marco Rubio e Howard Lutnick a Tom Homan e Stephen Miller. Nella prima metà del mandato, infatti, il neopresidente mira a lasciare un'impronta visibile del nuovo corso americano. Dopo ci saranno le elezioni di Mid term e qualcosa al Congresso potrebbe cambiare. Ma intanto, ora che i repubblicani si avviano a prendere il controllo totale del Congresso (oltre al Senato, hanno la maggioranza alla Camera), Trump può procedere spedito: dai dazi alle deportazioni dei migranti irregolari, dalle torsioni sulla guerra in Ucraina al nuovo approccio in Europa dove spingerà per una condividere maggiore dei costi della difesa.
L'incontro tra Trump e Biden mercoledì allo Studio Ovale
Il passaggio di consegne ufficiali alla Casa Bianca ci sarà solo a gennaio. Mancano trentotto giorni, quelli contati dal figlio di Trump che sui social ha voluto suonare la sveglia a Zelensky ("Tra 38 giorni perderai la paghetta"). Domani nello Studio Ovale ci sarà il primo incontro tra il presidente in carica, ancora per poco, Joe Biden e il nuovo presidente eletto Donald Trump.
L'invito è anche per le rispettive mogli: Jill Biden e Melania Trump. Anche se quest'ultima potrebbe dare forfait, scrive il New York Post.
Chi sono dunque i repubblicani che si accingono a dare forma e corpo al Trump II? Non sono repubblicani dell'establishment, quelli che il tycoon ha accusato di averlo ostacolato durante il primo mandato.
Sono personaggi come Mike Waltz, un militare che proviene dall'esercito e che condivide le opinioni dell'ex presidente sull'immigrazione illegale e lo scetticismo sul sostegno dell'America all'Ucraina. Lui potrebbe avere un posto nel gabinetto come consigliere per la sicurezza nazionale. E senza passare dal voto confermativo in Senato: Trump ieri ha mandato una "comunicazione di servizio" molto chiara ai senatori: «Abbiamo bisogno di posizioni operative immediatamente!».
Any Republican Senator seeking the coveted LEADERSHIP position in the United States Senate must agree to Recess Appointments (in the Senate!), without which we will not be able to get people confirmed in a timely manner. Sometimes the votes can take two years, or more. This is…
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 10, 2024
Chi sono le persone che potrebbero comporre il prossimo governo Trump? Chi ha un ruolo speciale è Elon Musk. Uno che suggerisce direttamente le nomine al presidente e le commenta pubblicamente. In un post su X domenica ha sostenuto il senatore Rick Scott come leader della maggioranza, mentre ha criticato il senatore John Thune, repubblicano del South Dakota, definendolo «la scelta migliore per i democratici». L'uomo più ricco del mondo ha investito più di 100 milioni di dollari nella campagna elettorale di Trump e con lui ha un rapporto esclusivo. C'era lui durante la telefonata tra Trump e Zelensky, c'era lui a Mar-a-Lago, la residenza del neopresidente in Florida, quando sono iniziato i primi incontri formali per il governo di transizione. A lui sarebbe affidato un ruolo incentrato sul taglio della spesa pubblica.
Oltre a Musk, si fa strada la nomina del senatore Marco Rubio come segretario di Stato. Nel 2016 erano stati sfidanti alle primarie, Trump lo canzonava chiamandolo "Little Marco" e definendolo "un peso leggero". Rubio aveva dissentito sulle alleanze che proponeva Trump, su Cina e Iran. Ma Rubio si è riallineato a Trump: all'inizio di questo mese in un video ha chiesto di porre fine alla guerra in Ucraina.
Alla Sicurezza interna è stata nominata Kristi Noem, governatrice del South Dakota. Lo rivela la Cnn. Con la scelta di Noem, Trump si assicura un'altra fedelissima a capo di un'agenzia fondamentale. Noem era stata anche nella rosa dei candidati di Trump per la carica di vicepresidente. In un suo libro Noem aveva rivelato di aver ucciso il suo cane da caccia di 14 mesi, Cricket, perché «irrequieto e inaddestrabile».
Non si hanno dubbi sulla fedeltà di Susie Wiles che diventerà capo dello staff e sarà la prima donna a ricoprire questo incarico. Cosa farà? Sarà una fogura centrale nella promozione del programma politico di Trump. Originaria della Florida, si è guadagnata il rispetto dei leader del movimento MAGA, mantenendo al contempo relazioni con l'establishment repubblicano della vecchia guardia (ha lavorato anche a una delle campagne presidenziali di Ronald Reagan). Negli ultimi anni, ha lavorato per Rick Scott a vincere il suo seggio al Senato in Florida e ha lavorato con Ron DeSantis quando è stato eletto governatore della Florida nel 2018.
Howard Lutnick potrebbe essere il prossimo ministro del Tesoro. E' un ex elettore democratico registrato ed è un miliardario, attualmente a capo della società di Wall Street Cantor Fitzgerald. È il co-presidente del team di transizione. Anche lui era a Mar-a-Lago il giorno dopo le elezioni, e ha raccolto input da donatori e dirigenti repubblicani per potenziali assunzioni. Ne servono circa quattromila.
Stephen Miller è l'uomo chiave del programma di immigrazione durante la prima amministrazione Trump ed è uno di quelli che è sopravvissuto al turn over che aveva investito le prime nomine. È ancora considerato vicino al neopresidente e, scrivono i giornali americani, potrebbe diventare vice capo staff. Ha in programma una repressione dell'immigrazione ancora più forte: le deportazioni di cui ha parlato il tycoon in campagna elettorale per cui sarà dispiegato l'esercito e le forze dell'ordine locali oltre agli ufficiali federali dell'immigrazione. Lavorerà a stretto contatto con l'ex direttore ad interim dell'Immigration and Customs Enforcement: Tom Homan. E' ricordato per la politica, già battuta nello precedente mandato Trump, di separazione di migliaia di famiglie di migranti al confine.
Un altro nome che compare stamane sui quotidiani statunitensi è Steve Witkoff, socio di club golf di Trump. È stato un donatore finanziario della campagna e ha anche testimoniato al processo per frode civile. Witkoff è stato un ponte con gli imprenditori delle criptovalute. Trump ha detto che sarebbe stato il presidente del suo comitato inaugurale insieme a Kelly Loeffler, ex senatore della Georgia.