«Tra circa due settimane presenterò al Consiglio di Competitività un non paper, promosso dall'Italia insieme alla Repubblica Ceca, per cambiare il destino dell'auto in Europa». Lo ha fatto sapere il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso intervenendo da remoto all'evento di Ngv Italy 'Superare la transizione ideologica: La sfida di biometano, idrogeno e biocarburanti per la mobilità su strada' in corso al Pirellone di Milano. «La neutralità tecnologica e l'apertura ai biocarburanti sono due capisaldi del documento - ha spiegato -, al pari della richiesta di anticipare ai primi mesi del 2025 la presentazione del report previsto dal Regolamento sulle emissioni di Co2 per i veicoli leggeri, per garantire agli operatori un quadro certo e duraturo».
Sul Green Deal l'Italia presenterà 2 non paper che «indicheranno la rotta che l'Italia vuole percorrere con gli altri partner europei, invitando subito, perché non c'è un giorno da perdere, a modificare la rotta mantenendo i target» della «transizione ambientale del 2035, per quanto riguarda l'auto, del 2050, per la piena decarbonizzazione». Lo afferma il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, intervenendo all'assemblea annuale della Cna. «I target li vogliamo mantenere. Gli obiettivi, l'ambizione alta dell'Europa è indicare la via della civiltà'' con «le risorse, le modalità, le regole e le tempistiche necessarie». «Tra pochi giorni presenterò in Europa, insieme ad altri paesi che lo stanno sottoscrivendo, il non paper sull'auto che mi auguro sarà discusso, come abbiamo richiesto, nel Consiglio competitività del prossimo 28 novembre a Bruxelles», ricorda il ministro. Successivamente è già predisposto il «non paper sulla chimica e sulla siderurgia che è alla base dell'industria europea per cambiare le regole del green deal».
«L'Europa deve garantire le filiere di approvvigionamento, le filiere produttive, perché già c'è stata una pandemia che ha interrotto le filiere di approvvigionamento, e poi c'è stata una guerra della Russia in Ucraina che è in corso, che ha interrotto i riferimenti energetici, e poi ci sono altri conflitti intorno all'Europa che minacciano le rotte commerciali», sottolinea Urso. «L'autonomia strategica dell'Europa è a fondamento di ogni politica industriale».