Spedizione punitiva in perfetto stile camorristico contro i camici blu della facoltà di Veterinaria. Un’aggressione proditoria, in massa, per vendicare la morte di un cane. Ancora una violenza contro i medici, ancora a Napoli, ma questa volta non siamo al pronto soccorso di un ospedale, bensì nel cortile della sede di Veterinaria, a due passi da via Foria e dall’Orto Botanico. Le fasi del raid, ancora una volta, sono state registrate da numerosi telefonini, finendo sul web e diventando virali.
Tutto ha inizio nella prima mattinata di ieri, quando nella struttura pubblica si ripresenta una coppia con un cane in gravi condizioni: dopo il ricovero nella struttura universitaria, l’animale era stato trasportato in un ambulatorio privato per essere sottoposto ad un accertamento; ma durante il tragitto di ritorno a Veterinaria, le sue condizioni si erano improvvisamente aggravate.
«Aiutateci, salvatelo voi!», chiedono in uno stato di visibile agitazione i proprietari, un uomo e una donna, ai sanitari presenti in quel momento nella sala accettazione. L’animale viene prontamente portato in pronto soccorso, visitato, ma le sue condizioni sono ormai disperate. Dopo alcuni minuti il suo cuore smette di battere: tocca comunicarlo ai padroni, ed è a quel punto che si scatena l’inferno.
Alla notizia i due chiamano a raccolta amici e familiari e si lanciano all’assalto del personale medico e di un borsista tirocinante. Le immagini che riprendono le fasi dell’aggressione sono agghiaccianti: i medici e gli infermieri che capitano a tiro vengono persi a calci, pugni, accompagnati da insulti e minacce. Tra loro, anche i docenti di radiologia ed etologia, la direttrice dell’ospedale e - stando ad una testimonianza pubblicata su Facebook da uno studente presente in quel momento - pure il presidente dell’Ordine dei veterinari, il professore Luigi Navas. Feriti lievemente anche un addetto alla vigilanza, il portiere e una studentessa.
«Ci avete ucciso il cane!», continua a urlare una donna dai capelli ossigenati mentre colpisce un medico. Impossibile contenere quella furia, e così qualcuno finalmente chiama i carabinieri: sul posto arriveranno i militari della compagnia “Stella”, che non senza fatica riescono a bloccare i violenti, arrestando quattro persone, due donne e due uomini.
I commenti
Di fronte a questo ennesimo episodio che colpisce chi per lavoro e spirito di servizio si prodiga a salvare delle vita (anche animali, come in questo caso) si resta allibiti.
«Siamo alla più totale ed inequivocabile barbarie - commenta il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli - Dagli ospedali ai centri per animali nulla cambia, la violenza entra con facilità, troppa, e ne esce spesso indisturbata ed impunita. Non si tratta soltanto di tutelare il personale sanitario, come era stato promesso e come noi chiediamo da anni ed anni, senza però che nulla di concreto sia stato fatto, ma di prevenire il fenomeno e perseguire seriamente violenti e criminali che pensano di far valere le proprie ragioni, anche se inesistenti, a suon di pugni, calci, coltellate e a volte qualcosa di peggio. Esprimiamo la nostra solidarietà ai medici e gli studenti oggi coinvolti, ma le nostre parole purtroppo non serviranno a proteggere lavoratori e cittadini da una tribù, sempre più numerosa, di barbari. Basta con le promesse, basta le ipocrisie, questa gentaglia va resa inoffensiva.
Sul grave episodio interviene anche il sindacato «Questo nuovo episodio di violenza – spiega Antimo Morlando Il segretario sanità pubblica della FP Cgil Campania - pone la necessità di adottare misure tempestive soprattutto in termini di sensibilizzazione. La FpCgil Campania vuole ancora ribadire che, oltre all’inasprimento delle pene e delle sanzioni per gli aggressori, si deve avviare una campagna quotidiana di umanizzazione. Le istituzioni devono fare di più. La Fp Cgil Campania è pronta a qualsiasi forma di azione a tutela degli operatori sanitari tutti. I cittadini devono avere la consapevolezza che continuando ad aggredire il personale sanitario sempre più ridotto si incorrerà nel pericolo, non molto lontano, di avere reparti e ambulatori vuoti. Le istituzioni devono fare di più».