Ha mangiato una zuppa di carciofi comprata al supermercato ed è morta. Si indaga sul decesso di un'anziana avvenuto a fine settembre a Roma per avvelenamento da botulino. La notizia è stata pubblicata oggi nelle pagine romane di Repubblica. La figlia, che aveva assaggiato la stessa minestra, è stata ricoverata in ospedale. Marzia Corbetto, neurologa del Sant’Eugenio, racconta al quotidiano come sono riusciti a salvare dalla morte la 65enne.
«La donna si stava spegnendo sotto i nostri occhi, senza più conoscenza, con il volto paralizzato, la respirazione ansimante, incapace di deglutire e tenere gli occhi aperti: eravamo disperati quando, a un tratto, prima è sopraggiunto il sospetto poi l’illuminazione: “può essere stato il botulino”, mi sono detta, quindi, è cominciata la corsa contro il tempo per far arrivare in ospedale il siero contro il batterio killer che si era già portato via la madre novantenne».
La spiegazione
La professionista spiega: "Per tante ore, non avevamo informazioni di sorta sul cibo consumato dalla paziente nei giorni precedenti: glielo avevamo chiesto finché lei ha potuto parlare ma non c’era stata una risposta chiara prima che formulassimo la nostra ipotesi diagnostica”.
I sospetti
La donna salvata, però, ha detto che aveva avvisato del botulino. “Lo ha fatto poco prima di perdere completamente la voce e dopo le nostre domande incalzanti, forti del sospetto che via via era diventata una diagnosi quasi certa; insomma, la paziente non si capacitava del fatto che due o tre cucchiai di quella zuppa potessero averla ridotta in quello stato e che la stessa morte della madre fosse stata causata da quel cibo assassino”.