Nell'amichevole giocata a Firenze il Santos non va oltre l'1-1 e in campo volano calci: O Rey sbatte di nuovo contro i viola, dopo una sonora sconfitta nel 1960
Ci aveva già provato sette anni prima, quando il mondo aveva da poco iniziato a strofinarsi le pupille, apprezzando quella qualità inedita con la palla tra i piedi, tutte quelle finte che distorcevano le convinzioni più intime dei difensori, tutti quei portieri infilzati. Ma contro la Fiorentina sembrava essere diverso. Tre gol imbarcati e un biglietto di ritorno per il Brasile. Pelè e il suo Santos, giunti in Italia per una serie di tornei amichevoli nel 1960, avevano appreso che contro la viola di Hamrin e Montuori c'era soltanto da smusarsi.
Così eccoli qui di nuovo, a Firenze, sette anni più tardi. Il trofeo è il Città di Roma e partecipano ovviamente anche i giallorossi. La Fiorentina è quella di De Sisti e Chiarugi, del neo acquisto Amarildo e di Brugnera. Carta d'identità media alquanto giovane. Movimenti musicali che dalla Gran Bretagna alla Francia influenzano pubblico e giocatori: moltissimi, a cominciare dai Beatles. Un mix di freschezza anagrafica e playlist che incidono quasi naturalmente il nuovo soprannome della squadra guidata da Giuseppe Chiappella. Questa è la Fiorentina Yé Yé. Quella che da qui ad un anno solleverà il secondo scudetto. Occhio, Santos, perché potresti farti male di nuovo.
I brasiliani giungono al comunale di Firenze con un passo invidiabile. Nella loro rilucente tourneé europea hanno praticamente tritato ogni avversario: undici partire, nove vittorie, due pareggi. Sugli spalti, per osservare il fenomeno verdeoro, sono arrivati in quarantamila. Tutti vogliono vincere. Di amichevole, si scoprirà da lì a poco, non c'è davvero nulla.
Volano calci, infatti, praticamente fin dal fischio d'inizio. Gli ospiti saranno pure tecnici per vocazione, ma amano anche lo scontro. Lo stesso Pelè viene quasi alle mani con Mario Brugnera, nelle fasi iniziali. Chiappella ha piazzato Pirovano su O Rey, ma tutti sanno che uno soltanto non può bastare per arginarlo. Così, a turno, si sacrificano i centrocampisti e pure gli attaccanti. Un'attenzione peculiare che infastidisce alquanto il dieci del Santos.
Malgrado gli asfissianti raddoppi, Pelè riesce comunque a centrare un palo nella ripresa e, in una seconda occasione, soltanto un monumentale intervento di Superchi gli nega il gol. Certo la Fiorentina non fa da spettatrice. Tra i viola si mette in mostra un giovane arrivato in prova dalla Reggiana, Alessio Badari, che in mezzo al campo, al fianco di De Sisti, estrae una prova gigantesca. Kurt Hamrin, il bomber viola, prova ad incidere ma viene limitato e alla fine Chiappella lo cambia.
Poi, dopo gruzzoli di calci e tensione, arrivano i gol. Ad un quarto d'ora dalla fine Pelè, ancora lui, sfida tutta la difesa viola con la palla incollata al piede e viene falciato in area di rigore. Penalty che viene realizzato da Carlos Alberto, ma prima c'è ancora spazio per una spolverata di genuino far west, visto che Toninho colpisce in faccia Rogora e viene espluso.
Quando il Santos e O Rei sentono di avercela fatta, arriva la doccia
gelata. De Sisti vede e serve Badari e il ragazzo afferra cinque minuti di celebrità con un bolide che vale l'1-1. Fiorentina Yé Yé insuperabile. Botte, molte. Spettacolo a tratti. Prego fenomeno, riprovaci un'altra volta.