La lunga lista di persone indesiderate dal regime in Russia non contiene solo nomi di dissidenti politici e oppositori di Putin, la persecuzione russa raggiunge tutti i personaggi scomodi che riescono ad intralciare il governo del presidente.
Chi era Alexei Zimin
Alexei Zimin, noto chef, editore e ristoratore russo di 52 anni, è entrato a far parte di quella stessa lista macchiata dal sangue di Alexei Navalny, Prigozhin, Boris Nemtsov e tanti altri. Un tempo popolare nei programmi culinari in Russia, Zimin era il proprietario del ristorante Zima a Soho, Londra, aperto dopo la partenza dalla sua madrepatria in seguito all'invasione della Crimea da parte di Vladimir Putin. «Alexei non era solo un collega, era il nostro amico, una persona vicina con cui abbiamo avuto la fortuna di condividere tanto: momenti belli, gentili e tristi», ha dichiarato la sua rivista, Zima. «Tutto il team Zima esprime le sue condoglianze alla famiglia di Alexei e si unisce a loro nel dolore».
Zimin, critico del Cremlino, non tornò più in Russia dopo la cancellazione improvvisa del suo programma culinario su NTV nel 2022, avvenuta in seguito alla sua esplicita condanna della guerra in Ucraina. Poco dopo l'invasione aveva pubblicato video su Instagram in cui chiedeva il rientro dei soldati e la fine del conflitto e aveva scritto in un post: «La Russia sarà libera, in un modo o nell'altro, o nel terzo, più misterioso, modo».
Sulla cancellazione del programma, Zimin disse: «11 anni.
Per 22 stagioni televisive, ho avuto un programma in prima serata il sabato mattina su NTV. Da maggio non c'è più... non ci saranno nuovi episodi a causa della posizione anti-guerra del conduttore. Me ne pento? No, mi pento che abbiamo finito per partecipare alla guerra. Io non partecipo alla guerra, la guerra partecipa a me».
Dopo anni in cui Zimin ha continuato a dichiararsi apertamente contro la guerra, è morto improvvisamente durante un tour promozionale a Belgrado. Le autorità serbe hanno definito le circostanze della sua morte come "poco chiare", che sembra essere un equivalente dell'inaspettata trombosi che fu identificata come causa del suo decesso. Così lo chef si unisce alla lunga lista di esiliati russi scomparsi in circostanze misteriose,come Boris Berezovsky, trovato impiccato nella sua casa nel Berkshire nel 2013, e Nikolai Glushkov, morto per compressione al collo cinque anni dopo.