Arcangelo Correra morto a Napoli, intervista a Matteo Piantedosi: «Ecco 479 agenti e 300 telecamere»

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Napoli è una «città in crescita sotto il profilo culturale ed economico», che ha fatto registrare in questi anni un «positivo innalzamento del senso civico», capace di superare «ogni forma di rassegnazione». Una città che viaggia verso il futuro e che ha saputo «esaltare la sua millenaria bellezza», le sue «risorse culturali, paesaggistiche e architettoniche», che ora va difesa, tutelata con un approccio ampio: più agenti e telecamere, dunque, ma anche contrasto alla dispersione scolastica, grazie alla valorizzazione dei progetti di formazione di ampio respiro culturale. Eccola la strategia del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, campano nato a Napoli, da sempre legatissimo alla cultura partenopea, poche ore dopo essere intervenuto in piazza del Plebiscito al comitato per l’ordine e la sicurezza.

Un vertice straordinario, a fare da padrone di casa il prefetto partenopeo Michele di Bari, all’indomani dei gravi fatti di cronaca avvenuti nelle ultime settimane. Tre ragazzi uccisi in dinamiche differenti, in una città che riesce ad avere record di presenze turistiche anche in autunno, chiara la ricetta del Viminale: arrivano più uomini delle forze dell’ordine, saranno installate più telecamere, ci sarà una politica di alto impatto nelle ore notturne e in alcuni punti strategici della città. Un piano di ampio respiro, che punta a valorizzare approcci diversi, prendendo spunto dalle esperienze positive che hanno segnato in meglio zone un tempo depresse, come Caivano (ora più che mai al centro dell’agenda governativa), come i quartieri Sanità e Scampia, diventati il brand della rinascita culturale e turistica della metropoli partenopea.

Ministro Piantedosi, un vertice a Napoli dopo tre omicidi di giovanissimi, qual è l’esito del comitato?
«Abbiamo posto le basi per definire a breve un piano straordinario di iniziative. C’è l’impegno di tutte le istituzioni territoriali a produrre uno sforzo per le risorse che occorreranno. Per quanto mi riguarda prevediamo un ulteriore rafforzamento degli organici delle forze di polizia: saranno assegnate nel giro di pochi mesi 479 nuove unità della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, che si vanno ad aggiungere ai 741 operatori già destinati nel corso dell’anno».

A partire da quando?
«I primi ingressi già a partire da Natale».

A lungo si è parlato di impianti di videosorveglianza, cosa può dirci su uno strumento tanto prezioso per il contrasto al crimine organizzato e predatorio?
«Rafforzeremo anche i sistemi di videosorveglianza, potenziando gli impianti già esistenti con l’installazione di oltre 300 nuove telecamere. Con le risorse previste in legge di bilancio proseguiremo su questa strada anche nel 2025. Parliamo di un aumento del venti per cento di impianti, se si considera che attualmente sono 1500 quelli riconducibili al Viminale».

Ministro, gli ultimi tre gravi episodi di cronaca nera sono avvenuti dalla mezzanotte all’alba, ha intenzione di rafforzare i presìdi nella fascia oraria notturna?
«Il piano, sulla base delle esperienze maturate, riguarderà proprio gli orari notturni in quei giorni della settimana e nelle aree maggiormente interessate da questi episodi criminosi. Occorre un impegno straordinario, soprattutto nel periodo delle festività natalizie e di fine anno, per contrastare efficacemente questi fenomeni e invertire il pericoloso trend che si è registrato».

Eppure questi episodi avvengono in un momento di straordinaria crescita civile, culturale ed economica di Napoli: crede che siano una specificità di questa città o è possibile ricondurre questi episodi anche ad altre aree metropolitane?
«Bisogna prendere atto che una così diffusa disponibilità di armi da parte di giovani, soprattutto minorenni, rappresenta una drammatica realtà che si sta manifestando in particolare a Napoli e nel suo hinterland. Sono dinamiche non sempre direttamente legate agli storici problemi di criminalità organizzata, ma non per questo meno insidiose».

Al netto della questione armi e devianza giovanile, qual è la sua analisi dello stato di salute di una città come Napoli, che lei conosce bene?
«Ad una indubbia crescita culturale ed economica del capoluogo campano è corrisposto, negli ultimi tempi, un positivo innalzamento del senso civico insieme al rifiuto di ogni forma di rassegnazione: fattori di grande importanza che ci spingono a fare ancora di più nella ricerca di soluzioni».

Oggi il Mattino pubblica un’intervista alla mamma del presunto esecutore materiale dell’ultimo delitto. La donna dice: chiedo allo Stato di disarmare i nostri giovani. Stessa richiesta argomentata nel corso dell’editoriale del direttore Roberto Napoletano nel proprio editoriale pubblicato domenica scorsa. Qual è la sua considerazione?
«Il disarmo dei ragazzi è l’obiettivo principale. Ma oltre alle operazioni delle Forze dell’ordine c’è anche molto da fare anche sul piano educativo e culturale per affrontare il disagio giovanile».

A cosa fa riferimento?
«Positivi risultati vengono dal contrasto alla dispersione scolastica, dove si sta registrando una significativa diminuzione».

Per le feste di Natale sono previsti tantissimi turisti a Napoli, possiamo lanciare un messaggio di serenità ai cittadini e ai visitatori?
«Assolutamente sì. Napoli negli ultimi tempi ha saputo esaltare la sua millenaria bellezza, attraverso un’opera di valorizzazione delle risorse culturali, paesaggistiche e architettoniche. Non c’è motivo per non continuare a ritenerla una meta turistica di grande attrattività».

Crede che Napoli possa continuare a percorrere il cammino di ripresa che ha contraddistinto l’economia del Sud a partire dalla ripresa post Covid?
«Napoli è una delle città più belle al mondo e proprio per questo dobbiamo fare ogni sforzo per superare alcune criticità relative alla sicurezza, soprattutto nelle ore notturne».

Questione armi. Da un punto di vista tecnico, secondo lei per quale motivo sono così diffuse sul territorio?
«Proprio questo è un tema su cui sono impegnati gli investigatori, soprattutto per intercettare e interrompere i canali di approvvigionamento delle armi che, come emerso da alcune indagini, provengono anche da furti».

Crede che ci sia un collegamento anche con lo scenario di tensione internazionale?
«Con una analisi in generale, e non solo per quello che riguarda Napoli, si discute su quanto possano influire sulla maggiore circolazione illegale di armi i conflitti bellici degli ultimi decenni».

Il modello Caivano è replicabile anche in altre aree di periferia o zone metropolitane? Tanti giovani circolano in scooter senza casco e violando le regole del codice della strada: perché non prevedere sequestri massicci di scooter per rendere la vita difficile ai cosiddetti moschilli?
«Lo sforzo per dare dei punti di riferimento ai giovani delle aree più problematiche è già in atto da tempo. Come nel quartiere Sanità, dove nella struttura che ospita la Fondazione San Gennaro di don Antonio Loffredo, è già in attività una palestra gestita dal gruppo sportivo delle Fiamme oro della Polizia di Stato che offre nuove opportunità ai ragazzi, promuovendo la cultura della legalità attraverso lo sport».

Ministro, resta la questione delle ronde degli scooter che ronzano fino al mattino nelle aree pedonali o che presidiano il territorio, come accaduto lo scorso 24 ottobre, con lo scoppio di un conflitto tra due gang di giovanissimi centauri. Quale può essere la risposta di fronte a un problema tanto complesso?
«Allo stesso tempo, il piano a cui abbiamo fatto riferimento prevedrà anche un’azione straordinaria proprio riguardo al sequestro dei veicoli a due ruote utilizzati in maniera pericolosa soprattutto durante la notte».

Da cittadino campano, come immagina Napoli, sua città di origine, tra dieci anni?
«Il trend degli ultimi tempi, da tanti punti di vista, è sicuramente in miglioramento ed è ragionevole pensare che tra dieci anni la Città apparirà ancora più bella e attrattiva. Napoli è la mia città di nascita e da Ministro dell’interno farò di tutto per dare il mio contributo».

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