Bimbo di 4 anni lasciato senza cibo a scuola, gli amichetti gli lasciano gli ?avanzi?. Ed è polemica: non si può agire così

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SULMONA La sua fetta di prosciutto cotto, il suo preferito, Roberto (il nome è di fantasia), l'ha mangiata a casa la sera: «Si era fissato - racconta il padre - gli era rimasto il desiderio e l'ho dovuto accontentare». Ma quel pasto non ricevuto a scuola l'altro giorno, è di quelli che restano indigesti. Più alla comunità che al bambino. Perché, al di là delle giustificazioni e delle scuse, resta il fatto che per un debito di meno di 9 euro (8 euro e 97 centesimi, per la precisione) l'altro giorno un bambino di 4 anni è stato lasciato senza pasto a mensa. Roberto era l'unico a non avere il piatto con le pietanze, si è messo a piangere quando ha visto che tutti mangiavano tranne lui. Alla fine una mezza porzione di gnocchi, rimediato dagli avanzi delle porzioni dei suoi compagni, gli è arrivata, ma senza il secondo e quella fetta di prosciutto cotto, che tanto desiderava.

Bimbo di 4 anni lasciato senza cibo a scuola, i genitori non avevano pagato il ticket della mensa. «Scena imbarazzante»

LO SCONCERTO

Un fatto grave e che ha lasciato interdetto il padre del ragazzo, un insegnante, chiamato all'ora di pranzo perché andasse a riprendere il figlio a scuola. «Credito esaurito», è uscito sul display della piattaforma Ristocloud su cui si gestiscono menu e pagamenti e che il genitore del bambino non aveva evidentemente controllato. Il Comune, retto da un'amministrazione di centrosinistra, cerca di spiegare, di giustificare: «Il sistema, anche al fine di evitare spreco di cibo, informa il gestore sul numero dei pasti da erogare, considerando le assenze e il numero dei bambini che hanno diritto al servizio- si legge in una nota-. Nel caso il credito sia in fase di esaurimento il sistema informa i genitori con un sms». Messaggio mai arrivato al padre di Roberto. È probabile che ci sia stato un disguido, ma è anche vero che la linea dell'intransigenza da parte del Comune è chiara, lo scorso anno il Comune si è dovuto accollare 11mila euro di pasti non pagati. «Questa amministrazione ha ricordato, con due diversi comunicati, la necessità di un controllo rigoroso del proprio credito- continua la nota- con avvisi emanati il 17 e 23 ottobre scorsi, nei quali si richiama la responsabilità dei genitori nei confronti dei servizi che garantiscono il benessere dei bambini». A conferma c'è un messaggio inviato dalla ditta che gestisce il servizio, la Ep, il 5 novembre ai suoi dipendenti: «Si ricorda che hanno diritto al pasto solo i bambini che risultano presenti sulle liste si legge Chi risulta assente non può mangiare». E assente, su Ristocloud, risulta da quest'anno anche chi ha il conto in rosso, fosse anche per una manciata di euro.

LA POLEMICA

Sotto accusa è finito anche il sindaco Gianfranco Di Piero, 62 anni, civico. «Non conosco la famiglia e non so le ragioni del mancato pagamento del ticket, ma non credo possano esserci ragioni per negare a un bimbo un pasto- incalza la consigliera di opposizione Teresa Nannarone esprimendo la sua solidarietà alla famiglia-. Forse quei genitori, come tanti altri alle prese con le corse quotidiane, si sono dimenticati di ricaricare il credito sul portale del Comune, e può capitare, ma se altri non avessero momentaneamente soldi per situazioni imprevedibili, e quindi non potessero ricaricare il credito anche se per qualche euro, sarebbe normale lasciare un bambino senza cibo?».
 

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