Bimbo di 4 anni lasciato senza cibo a scuola, i genitori non avevano pagato il ticket della mensa. «Scena imbarazzante»

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I genitori dimenticano di pagare il ticket della mensa e il bambino viene lasciato senza cibo: è accaduto ieri nella scuola materna Di Nello di Sulmona, dove un genitore è stato chiamato all’ora di pranzo dalla scuola: «Suo figlio non ha credito, se lo venga a riprendere». «Una scena imbarazzante e diseducativa – commenta il genitore che, tra l’altro, è un insegnante – ho trovato mio figlio di quattro anni in lacrime, umiliato davanti a tutta la classe. I maestri gli hanno rimediato qualche gnocco dai piatti degli altri bambini, ma non gli hanno potuto dare le carote e il prosciutto cotto che erano come secondo nel menu». «Il mio preferito» aggiunge il bimbo ancora scosso. Il tutto, mostra le sue credenziali sul portale Ristocloud il genitore, per otto euro di debito accumulato, pari a due pasti. «Non mi è arrivato nessun avviso per il fatto che il credito era esaurito – continua il genitore – e io francamente non me ne ero accorto. E’ un’assurdità, tenendo conto che fino al 21 ottobre ci hanno lasciati senza mensa: loro ritardatari, pretendono la massima puntualità dalle famiglie».

In effetti il Comune ha deciso di mostrare i muscoli: in passato un sms avvertiva l’utente che il credito era in esaurimento quando c’era capienza per due pasti e ancora fino a tre pasti di debito, accortezza che, da quest’anno, non risulta più sul regolamento di utilizzo del servizio. «Non sarà tollerata la maturazione dei debiti tariffari” è scritto nell’avviso del Comune, che raccomanda “di controllare con adeguata frequenza il saldo del proprio conto mensa, per evitare situazioni di debito e saldare con tempestività gli insoluti». Il Comune, dati i precedenti, ha insomma scelto l’intransigenza, eliminando, a quanto pare, anche la cortesia dell’avviso via sms per avvertire le famiglie del credito in esaurimento o esaurito. Alla luce del disastro fatto quest’anno dagli uffici per l’attivazione della refezione scolastica, con la ditta affidataria decaduta per la mancanza del centro cottura, le tavole imbandite solo il 21 ottobre e il portale operativo alcuni giorni dopo, forse, un po’ più di tolleranza era consigliata. Perché se la mensa è considerata un momento formativo del percorso scolastico, la lezione data ieri non è di quelle che fanno crescere bene. «Come genitore e come insegnante sono molto arrabbiato – aggiunge il papà del bambino – perché al di là di tutto penso ai risvolti sociali della vicenda: io sono un insegnante e ho potuto chiedere un permesso d’urgenza per uscire prima da scuola e andare a riprendere mio figlio. Mi domando, però, cosa sarebbe accaduto se fosse successo ad un’altra famiglia, magari con i genitori che lavorano entrambi e che non hanno flessibilità o sono fuori sede. Cosa ne sarebbe stato di quel bambino: lo avrebbero lasciato a digiuno? Messo in disparte in attesa che finissero di sparecchiare? E’ un metodo intollerabile e che non aiuta a formare i ragazzi». 

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