Castellammare di Stabia, 30 genitori aggrediscono insegnante di sostegno: veleni e accuse sui social

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Raid punitivo dei genitori a scuola, schiaffi e botte alla maestra per presunte molestie ai danni di alcuni alunni: il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, ordina l'ispezione all'interno del plesso “Salvati” di Castellammare. Nella vicenda, avvenuta giovedì mattina nel quartiere stabiese di Scanzano, sono molti gli aspetti ancora da chiarire, ma quello che è certo è che un gruppo di 30 persone, poco dopo le 10.30 (in pieno orario scolastico) ha provato a farsi giustizia irrompendo a scuola e picchiando un docente.

Il contesto è quello dell'Istituto Comprensivo “2Panzini” di Castellammare, scuola di frontiera, porte aperte e attività anche estive per togliere i ragazzi dalla strada. I plessi sono dislocati nei punti più sensibili della città e proprio a Scanzano, roccaforte della malavita e dove la microcriminalità e lo spaccio sono una minaccia costante per i giovanissimi, il plesso Salvati, nonostante il ridimensionamento e accorpamento, ha mantenuto una sede dove circa 180 alunni frequentano dall'asilo fino alle scuole medie. 

La ricostruzione

Giovedì mattina un nutrito gruppo di mamme si è recato a scuola per parlare con la dirigente della succursale e per chiedere che una docente veniva allontanata dalle lezioni, «colpevole» a loro dire, di comportamenti «poco opportuni» nei confronti dei loro figli. Rimostranze accolte dal docente che però ha chiesto tempo per verificare i fatti esposti. Le donne hanno lasciato l'istituto di via Monaciello, ma sono tornate 30 minuti dopo con nonni, padri e altre mamme. Sul posto hanno trovato i carabinieri che intanto erano stati allertati dalla dirigente Donatella Ambrosio, avvisata dalla sua vice della riunione piuttosto accesa. La presenza dei militari non ha incoraggiato il gruppo che è riuscito ad individuare l'insegnante finita nel mirino delle proteste mentre provava a uscire dal retro dell'istituto, riuscendo a colpirla alla testa più volte.

Schiaffi e spintoni per la donna e un polso fratturato per il padre di lei che è intervenuto a sua difesa: era stato chiamato dall'insegnante perché intendeva uscire prima della fine dell'orario scolastico. «Una violenza inammissibile - denuncia la dirigente ancora sotto choc - il giorno dopo una piccola delegazione è arrivato da me in presidenza provando a spiegare le ragioni. Hanno agito davanti alla platea scolastica, con bambini impauriti che hanno assistito all'aggressione. Non c'è giustificazione che tenga di fronte a gesti simili». Ambrosio è rammaricata e come lei l'intero corpo docente. «Ben venga l'ispezione, anche noi vogliamo conoscere la verità. Non ci nascondiamo e collaboreremo con gli ispettori e le forze dell'ordine per capire come siano andate realmente le cose». 

L'inchiesta

I fatti raccolti finora dai carabinieri agli ordini del maggiore Giuseppe De Lisa, parlano di una denuncia per molestie da parte di alcune mamme nei confronti dell'insegnante che in quella scuola segue alcuni alunni diversamente abili. Nelle informazioni in possesso dei carabinieri ci sarebbero chat tra l'insegnante e alcuni minori, non ci sono i video che i genitori dicono di avere e che proverebbero le presunte molestie. I miliari hanno sequestrato cellulari e tablet delle persone coinvolte per ricostruire i fatti. Inoltre, ci sarebbero alcuni episodi avvenuti in precedenza all'interno dello stesso plesso che hanno attirato l'attenzione degli investigatori: pochi giorni prima infatti il ​​docente aveva sorpreso un alunno della scuola media a fumare nei bagni, circostanza che ha determinato un provvedimento di sospensione per due giorni nei confronti del ragazzino.

Ad agosto scorso, inoltre, la donna avrebbe subito anche l'hackeraggio dei suoi profili social, e negli ultimi giorni aveva ricevuto via chat numerose minacce, anche di morte. Intimidazioni arrivate anche la mattina dell'aggressione, tanto da indurre l'insegnante a lasciare l'istituto anche su invito della dirigente che era stata allertata della riunione piuttosto accesa avvenuta in mattinata. Precauzioni che non sono servite, ma ora sono le donne coinvolte nel raid punitivo a far sentire la propria voce. Un post di denuncia è stato diffuso e riporta la firma “le mamme di Scanzano”: «Nessuno ha sentito le nostre urla, nemmeno chi è capo di questa scuola - si legge nel documento - E nemmeno ora, l'urlo di quelle madri è stato sentito, quando hanno dovuto scoprire che un docente ha abusato di quei figli che loro mandano in quell'istituto, pensando che lì fossero al sicuro con i loro insegnanti». Sono ancora troppi gli elementi da chiarire, da accertare gli atteggiamenti commessi dal docente che potrebbero aver assunto comportamenti di tipo amichevole e confidenziale, forse inopportuni ma non certo identificabili come reati. Tutto sarebbe nato da una “voce” che ha trovato diffusione su chat e social alimentando la rabbia dei genitori degli alunni e degenerata nella decisione senza appello di dover allontanare ad ogni costo dalla scuola l'insegnante.

Il ministro 

Sulla vicenda è intervenuto il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara che proprio nei mesi scorsi aveva invece elogiato la stessa scuola per una serie di progetti e iniziative virtuose. «La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell'armonia - ha detto il ministro - Sul caso di #Scanzano l'Usr della Campania farà piena luce, è comunque grave che 30 «parenti» si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di «giustizia fai da te» contro un'insegnante. L'episodio testimonia l'imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza». Per il sindaco di Castellammare Luigi Vicinanza «è un episodio di enorme gravità e violenza estrema, bisogna al più presto riportare serenità a scuola tra gli studenti, i loro genitori e il corpo insegnanti».

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