Attore hard, 44 anni. Nato in Egitto, residente a Terni ma da anni stabilito a Londra. Una mamma 65enne che a sua volta vive a Foligno. Ma soprattutto, da dieci giorni chiuso in una prigione di Alessandria d’Egitto poche ore dopo l’atterraggio a Il Cairo. È la storia di Elanain Sharif, 44enne cittadino italiano, finito in manette lo scorso 9 novembre in aeroporto subito dopo essere sceso dall’aereo in compagnia della moglie e della madre stessa. Per motivi probabilmente legati proprio alla sua attività nel mondo del porno. In particolare con contenuti sui social considerati «immorali».
In programma avevano qualche giorno di visita ai parenti, tra cui uno zio poliziotto, e a quanto pare anche il dover sbrigare alcune pratiche relative alla vendita di una proprietà. Ma appena atterrati ecco il colpo di scena: «Lo hanno fatto entrare in un ufficio dell’aeroporto da cui ne è uscito circa due ore dopo con le manette ai polsi. Sono molto preoccupata, di lui non so più nulla e ho paura che possa morire». Questo il racconto che Lobna Ahmed, la madre di Elenain fa all’avvocato folignate Alessandro Russo cui la donna si è immediatamente rivolta in quanto amico di famiglia.
Da quel momento il figlio lo ha visto solo una volta: il giorno dopo, il 10 novembre, in carcere a Il Cairo. «Sto subendo un trattamento disumano. Non mi fanno dormire, mi tengono in piedi quasi tutto il tempo. Posso stendermi giusto mezz’ora per riposarmi prima di lasciare il posto a un altro detenuto». Poche parole, pronunciate in fretta e in italiano per non farsi capire dal personale del carcere. Poi più nulla, da oltre dieci giorni. A parte il fatto che il 44enne sia stato trasferito in un penitenziario ad Alessandria e che al momento è vivo.
Madre e moglie si sono affidate a un legale italiano in Egitto e sono già in contatto con l’ambasciata italiana mentre Russo ha immediatamente allertato la Farnesina. La sede diplomatica al Cairo, in stretto coordinamento con il Ministero degli Esteri, sta seguendo «con la massima attenzione il caso».
I MOTIVI DELL’ARRESTO
«Pubblicazione in Egitto di contenuti immorali sul suo profilo Facebook» questa al momento la motivazione più plausibile per l’arresto nonostante «non abbia ancora contezza di alcuna contestazione ufficiale» dice al Messaggero l’avvocato Russo. I profili social in cui 44enne (considerato il primo pornoattore egiziano) compare con lo pseudonimo di Sheri Taliani - con cui è noto nel panorama dell’hard - mescolano foto e video di partecipazioni a fiere del porno, racconti di viaggio e considerazioni sull’Egitto scritte per la quasi totalità in lingua araba. Un personaggio sicuramente noto nel suo paese d’origine, viste anche alcune apparizioni televisive. Il sospetto del legale del folignate è che l’arresto sia legato in particolare all'avere diffuso sui social immagini vietate dalle leggi egiziane: «Si tratterebbe di qualcosa legato a contenuti su Facebook ma non abbiamo capo di imputazione».
A quanto si apprende, essendo anche cittadino italiano, Sharif aveva scelto di rientrare in Egitto col passaporto egiziano, e anche per questo è stata più lenta la procedura per una visita consolare. «Le procedure di arresto sono state effettuate utilizzando solo il passaporto egiziano, quello dell'Italia gli è stato restituito alcuni giorni dopo», conferma l’avvocato Russo.
«Seguiamo la vicenda, per capire e dare una tutela di trattamento umano rispetto ad una persona detenuta senza una motivazione certa - dice ancora il legale -. Ho interessato anche Amnesty International. È una vicenda che inevitabilmente sembra riportarci ai casi di Regeni e Zaky».
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