Il premier e l’ex ministro degli Esteri di Israele, Netanyahu e Gallant, non possono più “circolare" nei Paesi che hanno ratificato lo Statuto della Corte penale internazionale, «in astratto possono andare ancora in Paesi come gli Stati Uniti, la Russia e la Cina. Ma il problema che si pone è politico: da oggi cooperare con Israele significa cooperare con uno Stato i cui vertici sono sospettati di crimini contro l’umanità e crimini di guerra». Pasquale De Sena, già presidente della Società italiana di Diritto internazionale e dell’Unione europea, è ordinario della stessa materia all’Università di Palermo. Aggiunge che «la Corte internazionale di giustizia ha ritenuto plausibile l’accusa di genocidio».
Quindi oltre all’obbligo di arrestare Netanyahu, ci sarebbe legalmente un impedimento a collaborare con Israele in generale?
«Questo discende dagli obblighi imposti dal diritto internazionale e dalla Convenzione sul Genocidio rispetto all’ipotesi di questo genere di crimini. Non si spicca un mandato di arresto se non ci sono elementi forti, e quelli della Cpi corroborano anche quelli della Corte internazionale di giustizia, che indaga per genocidio. Si corroborano a vicenda».
Israele sostiene però che il suo sistema giudiziario è in grado di svolgere da solo le indagini sugli attacchi a Gaza, e ha avviato almeno 16 inchieste interne… Quella della Cpi sarebbe un’azione inutile e illegittima?
«Questa giustificazione è stata utilizzata da Israele in una memoria presentata alla Cpi, facendo valere che siccome quella dell’Aia è una giurisdizione complementare rispetto a quelle statali e siccome quella israeliana non ha ancora potuto esprimersi, il giudizio della Cpi non può avvenire prima che sia concluso quello in Israele. Questo è un argomento valido per gli Stati membri, ma Israele non lo è. E se questi mandati di cattura sono stati emessi, evidentemente la Corte non lo ha ritenuto dirimente».
Israele e gli Usa accusano la Corte di antisemitismo…
«Quando ha emesso il mandato di cattura contro Putin, la Corte è stata applaudita dagli Stati Uniti…».
Forse perché ritengono che Israele si stia difendendo dopo il 7 ottobre e Putin invece abbia aggredito l’Ucraina?
«Non c’entra nulla. I crimini attribuiti a Israele e ai suoi organi di vertice possono essere commessi anche da uno Stato democratico, che però agisca in modo illegittimo. È la modalità e non il titolo dell’azione a essere considerata in questo caso. Anche una democrazia può commettere crimini».
Ma la Cpi non ha gli strumenti per costringere all’arresto, giusto?
«Non ha una propria polizia sovranazionale, ma gli Stati membri sono obbligati ad arrestare Netanyahu. Se capitasse in Italia, dovrebbe essere arrestato, come negli altri Paesi aderenti. Altrimenti si violano degli obblighi che derivano dalla Carta istitutiva e l’Assemblea degli Stati che sono parte della Corte può decidere sanzioni per chi non li rispetta, senza però obbligare i singoli Stati ad applicarle».