Putin, la nuova minaccia: «Ora è una guerra globale». Il super missile intercontinentale può colpire Londra e New York

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«Il conflitto è mondiale» sibila Putin in tv, volto pallido, sguardo fisso in camera, completo e cravatta scuri, mani appoggiate sulla scrivania, bandiera russa alle spalle. «Abbiamo il diritto di colpire chi ha fornito i missili all’Ucraina» dice ancora. Significa Stati Uniti e Gran Bretagna, significa New York o Londra. Ma significa anche il rischio di un effetto domino sull’Europa, visto che Usa e Regno Unito sono due paesi della Nato. Anche perché il presidente russo ha spiegato che il nuovo missile ipersonico testato ieri, l’Oreshnik, «non può essere intercettato dai moderni sistemi di difesa aerea disponibili a livello globale e dai sistemi di difesa missilistica sviluppati dagli americani in Europa». Il portavoce del Cremlino ha precisato: la Russia ha informato gli Stati Uniti del lancio del nuovo missile balistico Oreshnik 30 minuti prima dell'attacco, con una linea rossa dedicata alla de-escalation nucleare. Zelensky ieri sera ha avvertito: «Il mondo deve reagire. Bisogna spingere la Russia a una pace reale che non è possibile che con la forza».

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Abisso

La corsa verso l’abisso di Putin, cominciata il 24 febbraio del 2022 quando ha ordinato l’invasione dell’Ucraina, ha avuto un’accelerazione dopo le elezioni americane, quasi a spazzare via la promessa di Trump di far cessare la guerra in 24 ore. Per ora è solo un presidente eletto, mentre Biden resterà in carica fino a metà gennaio, ma ovviamente depotenziato. Putin sta sfruttando questo fase di incertezza in cui Biden ha tentato di non abbandonare l’Ucraina, consentendole di utilizzare gli Atacms (missili) anche in territorio russo, così come ha fatto Londra con gli Storm Shadow. Dopo i primi due attacchi, nei giorni precedenti, ieri è arrivata la feroce risposta del presidente russo. Al mattino, attorno alle 5, una serie di esplosioni illumina l’alba nella regione di Dnipro. Obiettivo: una fabbrica della compagnia aerospaziale ucraina Pivdenmash. Kiev dopo qualche ora avverte: i russi hanno utilizzato per la prima volta un Icbm, un missile intercontinentale, con una gittata potenziale di 6mila chilometri, che può portare anche testate nucleari. In questo caso la testata atomica non c’era, ma il messaggio appare chiaro. «L’uso di missili intercontinentali sarebbe un evento gravissimo» dicono tutte le diplomazie occidentali, da Londra a Parigi. Subito dopo, però, diversi analisti frenano e di fronte all’ipotesi che siano stati lanciati missili balistici intercontinentali di tipo RS-26 Rubezh esprimono perplessità. Fonti della Casa Bianca nel pomeriggio danno un’altra versione: erano missili a medio raggio con più testate.

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Il discorso di Putin

Quando in Italia sono le 18 parla Vladimir Putin, il presidente russo. E il livello di tensione diventa altissimo. Certo, lo Zar chiarisce che la tipologia di missili è a medio raggio, ma aggiunge alcune frasi inquietanti, visto che annuncia che ora la Russia potrà colpire i paesi che hanno fornito i missili agli ucraini (Atacms e Storm Shadow) con i quali nei giorni precedenti Kiev ha colpito in territorio russo (sia pure in forma difensiva visto che dalle regioni prese di mira partono gli attacchi dell’esercito russo). Spiega Putin parlando in televisione: «In risposta all'impiego di armi a lungo raggio americane e britanniche, le forze armate russe hanno condotto un attacco congiunto contro uno dei siti del complesso militare-industriale dell'Ucraina. In condizioni di combattimento, è stato effettuato un test di uno degli ultimi sistemi missilistici russi a raggio intermedio. In questo caso, con una versione ipersonica non nucleare di un missile balistico. Il test ha avuto successo. L'obiettivo è stato raggiunto. Uno dei più grandi complessi industriali conosciuti dall'era sovietica è stato colpito sul territorio ucraino, nella città di Dnipropetrovsk. Sta ancora producendo missili e altri armamenti». Dunque, non era un missile a lungo raggio, ma una nuova tipologia ipersonica a medio raggio chiamata Oreshnik di ultimissima generazione. Dice Putin: «Al momento non ci sono modi per contrastare quest'arma. I missili attaccano i bersagli a una velocità di 10 Mach, ovvero 2,5-3 km al secondo». In realtà, dal punto di vista sostanziale cambia poco rispetto ai missili intercontinentali. E Putin lo spiega in modo molto diretto nei ragionamenti successivi: «Il conflitto in Ucraina ha acquisito elementi di carattere globale dopo il lancio di missili occidentali contro la Russia. Gli Usa stanno spingendo il mondo intero verso un conflitto globale. La Russia ha il diritto di colpire i Paesi che hanno fornito le armi che l'Ucraina usa in raid contro la Russia». Da sapere: secondo il Center for arms and non-proliferation i missili intercontinentali hanno una gittata oltre i 5.500 chilometri ma potenzialmente anche fino a 9.000. Possono trasportare testate nucleari. La Russia, secondo gli ultimi dati disponibili, ne ha dispiegati 326. Quel tipo di gittata consente di raggiungere potenzialmente Londra e New York, oltre che ovviamente l’Europa. Già ieri, prima che parlasse Putin, dalla Russia c’erano state minacce dirette contro la Polonia: la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha definito «un passo provocatorio» che porterà a «un aumento del livello generale del rischio nucleare» l'apertura in Polonia di una base americana. Proprio la Zakharova era stata protagonista di uno strano siparietto durante una conferenza stampa: quando i giornalisti le hanno chiesto del missile su Dnipro e dell’ipotesi che si trattasse di un intercontinentale, era stata interrotta da una telefonata e dall’altra parte le avevano detto di non dare informazioni su quel tema. Probabilmente era necessario non spoilerare ciò che avrebbe detto Putin in televisione poche ore, quando ha parlato di «conflitto globale».

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Le reazioni

Le prime reazioni a quelle frasi sono molto preoccupate. Una per tutte quella dell’Onu: «L'uso da parte di Mosca di un nuovo missile balistico a medio raggio - dichiara il portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric - è un nuovo sviluppo inquietante e preoccupante, tutto va nella direzione sbagliata». Il ministro delle Forze armate francese Sébastien Lecornu: «Il dispiegamento di soldati nordcoreani è la vera escalation, Putin ci ripensi». E Rob Magowan, vice capo dello staff della difesa britannico, al comitato di difesa della Camera dei Comuni: «Le forze armate britanniche sarebbero pronte a combattere i russi se Putin invadesse un'altra nazione dell'Europa orientale».

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