di A.S
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Le elezioni in Georgia pongono il Paese di fronte a un bivio: Unione Europea o la Russia di Putin. Bidzina Ivanishvili non è più premier e neanche deputato. Ma con il suo «Sogno georgiano» e il patrimonio - valutato in 7,6 miliardi di dollari, un quarto del prodotto interno lordo della Georgia - continua a essere l'ombra che si proietta sul Paese in cui si vota domani, sabato 26 ottobre. L'oligarca di 68 anni che tutti in Georgia chiamano «Bidzina» è sceso in campo nel 2012, accolto a braccia aperte dalla comunità internazionale che aveva invece sostenuto Mikhail Saakashvili nei suoi primi anni al potere. Un terzo dei georgiani continua a sostenere Sogno georgiano - nome derivato da un brano rap del figlio del tycoon, Bera - che rimane il partito più popolare, malgrado la svolta filorussa impressa alle sue politiche. Ed è un paradosso che rende incerto il risultato del voto di sabato, perché l'80 per cento dei georgiani è invece favorevole all'ingresso del Paese nell'Unione europea. Se in Georgia c'è una influenza di Mosca, e le leggi “russe” varate negli ultimi mesi sembrano confermarlo, è a Bidzina che bisogna guardare. Cosa potrebbe succedere qualora dovesse imporsi alle urne?