Forse il passaggio di Elon Musk con il figlio a cavalcioni è una benedizione, anzi una buona "stella" come l'ha definito Trump nel discorso della sua vittoria. L'immagine si ripete a distanza di un anno, nel 2023 era apparso allo stesso modo con il bambino durante Atreju, a sostenere la manifestazione della destra italiana di Giorgia Meloni, sua grande amica. Musk, insomma, non vuole tenersi lontano dalla politica. Abituato ad essere il primo trilionario, a battere record spaziali (letteralmente), a dominare X, SpaceX e Tesla non vuole rinunciare in nessun modo al sogno della Casa Bianca.
I sogni di Musk
Quella del 5 novembre non è stata solo la notte elettorale dei repubblicani, ma la notte di Musk. Il suo intervento è stato fondamentale anche in Stati decisivi come la Pennsylvania, dove il sostegno elettorale ha incluso iniziative come lotterie controverse, con premi in denaro destinati a chi si registrava e incentivava altre iscrizioni a favore di Trump e negli Swing States che si sono tutti colorati di rosso dopo lo spoglio. La campagna al fianco di Donald Trump è un piccolo tassello nel progetto più grande di partecipazione al governo degli USA, lo Stato in cui il trilionario Elon vive ma a cui, purtroppo, non deve i natali.
Un piccolo "cavillo burocratico" che si mette di traverso, frenando i suoi desideri di potere. Se Musk fosse un personaggio di fantasia avrebbe tutte le carte in regola per incarnare il cattivo antagonista mosso dalla sete di rivalsa per ottenere ciò che la sfortuna gli impedisce di avere. Ma non è esattamente così.
Dopo l'elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti il Nasdaq ha beneficiato della situazione, con Tesla che ha registrato un’impennata del +14%, trainata dall’appoggio esplicito di Musk. Sono saliti inoltre i rendimenti dei titoli di stato americani, mentre le materie prime – e in particolare il petrolio – hanno mostrato segnali di debolezza, lasciando l’Europa a fare i conti con una vulnerabilità economica che l'analista Pietro Calì descrive come tipica di un “continente debole”. Per i mercati finanziari «è andato tutto come doveva andare» afferma l'analista Calì in un’intervista ad Adnkronos. Tuttavia, c’è preoccupazione per il possibile aumento del deficit: entro il 2028, il rapporto tra deficit e PIL degli Stati Uniti potrebbe toccare il 116%, un dato superiore rispetto a quello previsto se Kamala Harris fosse diventata presidente. Secondo Calì, il vero vincitore di queste elezioni è «Elon Musk, l’unico che si è schierato in maniera veramente decisa». Se nel 2016 era in forte contrasto con Trump, tradizionalmente scettico verso l’elettrico, oggi Tesla ha visto crescere la sua capitalizzazione.
Mentre Wall Street festeggia la vittoria netta di Donald Trump, i mercati asiatici ed europei rimangono cauti, preoccupati in particolare dai possibili nuovi dazi commerciali. I timori del mercato includono anche l’inflazione: «Veniamo da un anno e mezzo di taglio di tassi da parte delle banche centrali», spiega Calì, «ma ora, con Trump presidente, potrebbe esserci una nuova ondata di dazi. In tal caso, rivedremmo l’inflazione salire».
Ma, nonostante tutto, l'elezione di Trump affiancato da Musk continua a generare consensi. Dall'Italia la premier Giorgia Meloni non manca di esprimere il suo sostegno con un tweet su X dedicato unicamente al suo affezionato Elon: «Nelle scorse ore ho sentito l'amico Elon Musk.- ha dichiarato- Sono convinta che il suo impegno e la sua visione potranno rappresentare un'importante risorsa per gli Stati Uniti e per l'Italia, in uno spirito di collaborazione volto ad affrontare le sfide future». L'impegno riconosciutogli dai politici di tutto il mondo sta per essere finalmente ricompensato: il nuovo presidente ha riservato al proprietario di Tesla un ruolo governativo in materia di riduzione dei costi e della burocrazia, soprattutto nella pubblica amministrazione. Un compito che genera grandi conflitti di interesse. Grazie alle sue aziende, Musk è titolare di contratti con lo stato federale, Tesla è legata a doppio filo con la Cina mentre Starlink, la sua rete di satelliti per connessione a internet, è diventato uno strumento geopolitico fondamentale in conflitti come quello tra Russia e Ucraina, viste anche le sue simpatie per il Cremlino. Un compito pericoloso e difficile da gestire, una nuova sfida alla quale Musk non vuole sottrarsi ma che mette a rischio il resto del mondo.