Ferrari F80, storia di una razza purosangue: dalla GTO ai nostri giorni, 40 anni di emozioni

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Una storia nella storia. Quarant’anni vissuti sul filo della tecnologia più avanzata, con astronavi stradali strettamente derivate dal motorsport e realizzate in numeri rigorosamente limitati. Gioielli venduti tutti prima ancora di essere presentati che tutt’ora hanno mantenuto un prezzo di un quadro d’autore. La prima supercar Ferrari nasce nel 1984 ed ha un nome in grado di ricordare il modello più rappresentativo dell’essenza del marchio: GTO, una vettura stradale nata per le competizioni all’inizio degli anni Sessanta che non accettava compromessi in fatto di prestazioni.

fu chiamata dagli appassionati 288 GTO ed anche lei era nata per correre: doveva essere prodotta in 200 esemplari, come richiesto dalla Federazione Internazionale per l’omologazione, ma la vettura, presentata al Salone di Ginevra, raggiunse le 272 unità. L’auto fu la prima Ferrari stradale con il motore 8 cilindri ed aveva il doppio turbo come le F1 dell’epoca. Il tre litri a V di 90 gradi erogava 400 cavalli, mentre la carrozzeria era di Pininfarina. Il telaio era tubolare in acciaio, il colore rigorosamente rosso.

Pochi anni dopo, per festeggiare i quarant’anni del Cavallino Rampante, fu la volta della F40. Era il 21 luglio ed alla presentazione c’era anche l’ingegner Enzo in persona. Il passo era lo stesso della GTO (245 cm), così come il telaio tubolare in acciaio e la firma di Pinifarina, ma venne introdotta la carrozzeria in materiali compositi e la potenza del V8 biturbo salì a 478 cv, con una velocità di 324 km/h. Spettacolare l’ala posteriore a tutta larghezza. Dall’87 rimase in produzione fino al 1992, furono realizzati 1.311 esemplari pure questa volta tutti rigorosamente rossi. Negli anni Novanta il cambio di passo, venne presentata la F50 per ricordare in anticipo il mezzo secolo di storia dell’azienda. La F50 apre un nuovo corso distaccandosi da GTO e F40 che avevano la stessa matrice.

La vettura raccoglie le numerose innovazioni provenienti dalle competizioni, prima di tutto la F1 in cui la casa di Maranello è ufficialmente impegnata. Il passo si allunga (sale a 2,58 metri), la supercar arriva a sfiorare i quattro metri e mezzo. Fa il suo esordio la scocca in fibra di carbonio e l’aerodinamica sofisticata che coinvolge la parte sottostante del veicolo. Per il propulsore cambia tutto, dal V8 turbo si passa al V12 aspirato di 4,7 litri che porta per la prima volta a superare i 500 cavalli. La velocità aumenta impercepibilmente (325 km/h), mentre lo 0-100 scende sotto i 4 secondi.

Pininfarina disegna una linea mozzafiato con hard top rigido rimovibile per un bolide che verrà prodotto in 349 esemplari. Il resto è storia recente, del terzo millennio. Prima la Enzo del 2002, in piena era Schumacher, che perde le ali (399 esemplari), poi LaFerrari del 2013, la prima elettrificata della storia che ha quasi mille cavalli, gira 5 secondi più veloce della Enzo a Fiorano e scende sotto i 3 secondi per accelerare da 0 a 100. Quattro anni dopo, per i 70 anni del Cavallino, arriva LaFerrari Aperta, la prima supercar Roadster di Maranello.

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