G7 Difesa a Napoli, i Sette Grandi tra Ucraina e Israele: «Escalation preoccupante»

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«Per le crisi che ci sono in ogni parte del mondo ormai non basta più l'attenzione di una singola comunità di Paesi ma serve l'impegno corale e il coinvolgimento di tutti». Le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto sono rivolte a Nato, Ue, agli stessi colleghi del G7, a tutta la comunità politica globale (G20, Brics) perché gli scenari di fibrillazione internazionale sono molteplici e variegati e se non c'è «la lucidità politica» di chi sta fuori l'area nevralgica potendo quindi suggerire soluzioni diplomatiche, il raggiungimento delle condizioni di pace sarà sempre più difficile. I venti di guerra in Medio Oriente, l'incertezza che ne deriva e che si porta con sé le tensioni e le provocazioni che dall'Ucraina all'Indo-Pacifico continuano a destabilizzare i quadranti di mezzo mondo pesano come un macigno sul clima del meeting dei Sette Grandi, il primo in assoluto in ambito Difesa che dopo 51 anni di storia la presidenza italiana ha inteso organizzare a Napoli. Non c'è tempo per i convenevoli, agenda serratissima, pochissimo spazio per i sorrisi di circostanza. Il volto di Crosetto è la plastica conferma di una riunione che partorirà un documento sintetico e chiaro, niente fronzoli ma impegni precisi nella consapevolezza che lo scenario è in progress e che ogni goccia di sangue versato aggiunge dolore e senso di impotenza in chi a tutti i costi segue la strada della diplomazia. 

I temi del G7 Difesa 

Pieno sostegno all'Ucraina, richiesta di un cessate il fuoco immediato a Gaza con il rilascio di tutti gli ostaggi e il rafforzamento del flusso di assistenza umanitaria oltre a un percorso sostenibile verso una soluzione a due stati. Preoccupazione per gli eventi in Libano con il rischio di un'ulteriore escalation con minacce alla sicurezza delle forze Unifil. Condanna degli attacchi degli Houthi contro le navi che transitano nell'area del Mar Rosso, lo stretto di Bab al Mandab e il Golfo di Aden. Ma anche impegno a identificare soluzioni cooperative per affrontare la crescente necessità delle industrie della difesa «di essere in grado di sostenere un ritmo elevato di produzione - ha detto Crosetto - lavorare per costruire e rafforzare un apparato produttivo resiliente e affidabile, anche su questioni relative alla fornitura necessaria per la Difesa». E dunque opportunità di un approccio più cooperativo nella ricerca e sviluppo correlati alle esigenze di sicurezza, anche in termini di condivisione e sfruttamento di competenze e conoscenze. I ministri, ha ribadito Crosetto, «credono che il G7, insieme ad altri partner internazionali, possa svolgere un ruolo chiave nel processo di raggiungimento di una pace globale, giusta e duratura in linea con il diritto internazionale, nel rispetto della sovranità, dell'indipendenza e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. Ma ciò non può essere fatto senza continuare a lavorare per ottenere il più ampio sostegno internazionale possibile per l'Ucraina, promuovendo un rinnovato senso di fiducia, basato sull'inclusione di paesi che la pensano allo stesso modo». 

La guerra in Medio Oriente

Sull'escalation in Medio Oriente, il G7 ha confermato il pieno sostegno alla missione Unifil senza per altro entrare nel merito di eventuali modifiche delle regole di ingaggio o di ampliamento delle forze in campo. Il diritto all'auto-difesa di Israele resta un punto fermo ma le parole del segretario Usa Lloyd Austin sono altrettanto chiare: «Il numero di vittime civili è stato fin troppo alto - ha detto - vorremmo vedere Israele ridurre alcuni degli attacchi a Beirut e nei dintorni e vorremmo vedere una transizione verso negoziati che consentano ai civili di entrambe le parti di tornare alle loro case». Sostegno a Unifil anche da Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue a giudizio del quale la missione potrebbe essere rivista solo dopo il cessate il fuoco: «Dopo l'uccisione di Sinwar - ha avvertito - una nuova prospettiva si è aperta per arrivare a un cessate il fuoco, per il rilascio degli ultimi ostaggi e cercare una prospettiva politica. Dobbiamo ricostruire la sovranità del Paese». La questione resta spinosa e quanto mai aperta: Crosetto quasi certamente rinuncerà alla sua missione in Libano e la prossima settimana si concentrerà invece sulla Turchia visto il ruolo di Ankara come mediatore legittimato sia sul fronte Medio Orientale sia sul versante Africa: in ballo il progetto di far formare le forze di polizia palestinesi dai carabinieri. 

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Il patto del Mediterraneo

Brucia ancora lo «sgarbo» fatto all'Italia dall'ex segretario generale della Nato, il norvegese Jens Stoltenberg che lo scorso luglio, a fine mandato, aveva nominato come delegato dell'Alleanza per il cosiddetto «fronte Sud» lo spagnolo Javier Colomina: quel ruolo rimane particolarmente ambito dal governo di Roma che più di tutti si è battuto perché l'attenzione sul bacino del Mediterraneo restasse alta. «Un ruolo che i nostri alleati ci riconoscono sia in ambito Nato sia in ambito Ue - ha chiarito Crosetto - Qualche anno fa parlare di fronte Sud o del Sud del mondo non riscuoteva particolare attenzione. Oggi invece tutti i nostri interlocutori si sono resi conto di quanto sia fondamentale e di quanto sia interconnesso il futuro dell'Unione europea e di tutto l'Occidente con quanto avverrà nel Sud del mondo». Basti pensare che a causa degli attacchi degli Houti «abbiamo perso quasi il 50 per cento del traffico commerciale», ha ricordato il ministro. Oggi alla guida della Nato è arrivato l'olandese Mark Rutte (pure lui a Palazzo Reale) e dunque anche sul fronte Sud i giochi sono riaperti con l'Italia a interpretare uno spartito di primo piano anche sul versante della sicurezza informatica, delle reti sottomarine, della diplomazia basata sul dialogo e su rapporti di reciprocità con i Paesi africani corroborati dal Piano Mattei. Insomma, una funzione baricentrica anche rispetto al conflitto Russia-Ucraina in relazione al quale lo stesso Austin ha lodato l'impegno dell'Italia a sostegno di Kiev, impegno confermato dalla presenza a Napoli di Rustem Umjerov, ministro della Difesa di Zelensky. «Sostegno incrollabile», lo ha definito Crosetto lasciando però trasparire una certa preoccupazione per i rapporti di cooperazione militare Cina-Russia e per la corsa agli armamenti nucleari da parte della Corea del Nord. Come preoccupante è definita la continua assistenza militare e finanziaria dell'Iran verso Hamas («la cui struttura è di fatto sconfitta») ed Hezbollah. Insomma, un mondo a blocchi contrapposti e crisi concentriche: la differenza - dirà il ministro italiano - sta in chi persegue la soluzione con la diplomazia e in chi cerca pretesti per il conflitto. Fuori risuonano le note della Fanfara dei Bersaglieri, poi le Frecce Tricolori sorvoleranno il cielo di Napoli. Ieri plumbeo e minaccioso come l'angoscia di una pace ancora lontana. 

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