C’è febbre da Antica Roma e Il gladiatore II di Ridley Scott ha portato il termometro alle stelle. Non è un semplice film, ma un fenomeno che sta travolgendo il mondo intero. Il kolossal debutta domani nelle sale italiane ma le sue immagini di guerre, intrighi e duelli non sono l’unico show. Ovunque c’è voglia di Roma antica: nelle sale, in tv, nelle librerie e anche online. Si moltiplicano siti e social che ci riportano indietro nel tempo, fra imperatori e schiavi. Come fa History in 3D, per esempio, creato dai due genietti Danila Loginov e Sergey Bardyshev, capaci di creare vedute aeree pazzesche dell’Urbe nel corso dei suoi quasi 3000 anni di vita.
LA MANIA
Dopo Francesco Totti con corazza, gladio e mantello a Lucca Comics and Games e il video mapping al Mercato di Traiano in cui si è potuto assistere a scene del kolossal di Ridley Scott proiettate sui monumenti dei Fori Imperiali, i giochi di associazione tra Gladiatore II e vita metropolitana sono tutt’altro che finiti. Sabato, ad esempio, basterà andare alla multisala Uci di Porta di Roma per tornare indietro nel tempo e assistere alla programmazione dell’opera in compagnia di cosplayer nei panni di senatori patrizi, mercenari, pretoriani e ovviamente gladiatori. Tutto merito del Gruppo Storico Romano, associazione che ricrea leggendarie atmosfere capitoline grazie ad attori, costumi e copioni latineggianti. È sempre più evidente che la pellicola di Ridley Scott, sequel del suo capolavoro del 2000 vincitore di cinque Oscar tra cui Miglior Film ed Attore Protagonista, non sia una semplice opera cinematografica bensì un vero e proprio evento sociale. E se a Porta di Roma dal 15 al 22 novembre si potrà usufruire addirittura di una photo opportunity con lo scudo del film, sono proprio quegli elementi dell’armatura del guerriero a impedire a un combattente di entrare in metropolitana destinazione Colosseo della linea B. È l’idea del nuovo spot Atac in partnership con Paramount: nerboruto armato di daga e scudo non riesce a superare i tornelli nemmeno pagando in sesterzi, perché gli manca il lettore contactless. Quando mai un film ha generato tutti questi spot, rimandi e citazioni? E dulcis in fundo arriva domani, presso l’Auditorium Parco della Musica, una proiezione speciale dell’opera di Scott con videoproiezioni sulle cupole di Renzo Piano. È un’iniziativa Fondazione Musica per Roma ed Alice nella città dentro il progetto “Roma si accende con Il gladiatore” .
LA STORIA
E il film? Racconta del figlio rancoroso di Massimo Decimo Meridio, da generale a schiavo fino a lottatore osannato prima di morire interpretato da Russell Crowe nell’originale di 24 anni fa. L’erede, che ignora la discendenza, si chiama Lucio Vero (Paul Mescal), abita in Numidia (l’attuale Algeria) e detesta i romani al punto da volerli morti quando lo trasporteranno al Colosseo per essere comprato come “morituro” da gettare nella lotta circense dal mercante di schiavi Macrino (Denzel Washington). A Roma conoscerà la sua vera madre Lucilla (Connie Nielsen, unica del cast a tornare nel film), il generale Marco Acacio (Pedro Pascal) e i due imperatori viziati e decadenti Geta e Caracalla. Seguiranno lotte furibonde nell’anfiteatro Flavio, intrighi di palazzo e scontri di eserciti. Ci troviamo nel 200 d.C quando i cittadini dell’impero sono disillusi, i regnanti paiono psicopatici esagitati e un possibile colpo di stato è dietro l’angolo. Russell Crowe è entrato nella leggenda con la frase: «Al mio segnale, scatenate l’inferno». Paul Mescal, giovane attore inglese candidato all’Oscar nel 2023 per il padre fragile e depresso di Aftersun, ci prova dicendo: «Oggi andiamo in battaglia. Dove siamo noi, non c’è la morte». Nonostante il geniale regista di Alien e Blade Runner abbia la bellezza di 86 anni, non ha diretto un film pacato. Vedrete rinoceronti che caricano a testa bassa nel Colosseo cavalcati da killer dai nomi pittoreschi di Gliceo il Distruttore, squali che addentano chiunque quando l’arena è stata allagata e, dulcis in fundo, babbuini assassini da prendere a sberle in allenamento. Il gladiatore 2 darriva dopo 24 anni da quel vigoroso capitolo uno, sottovalutato a Hollywood. Incassò 465 milioni di dollari su budget di 100 milioni, divenne di culto e dimostrò che i film sull’Antica Roma eccitavano ancora le masse. È ancora presto ma l’imponente Denzel è già favorito all’Oscar 2025. Sarebbe il suo terzo dopo Glory e Training Day. Sir Ridley Scott dirige con esperienza, senza particolari guizzi. Un kolossal che dovrebbe comunque portare gente al cinema, scatenando un’epica nostalgia per il primo magico Gladiatore.