Intervista a Lina Zuccatosta: «Io, da Ancona al Cardarelli ho scelto la sanità campana»

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Dall’ospedale universitario di Ancona, dove fino allo scorso aprile era primaria dell’unità di Pneumologia e direttore di dipartimento, al Cardarelli come vincitrice di concorso, motivata a chiudere a Napoli gli ultimi 5 anni di una carriera brillantissima maturata prima all’estero e poi per oltre 15 anni nelle Marche, alla scuola del professor Stefano Gasparini, punto di riferimento internazionale della Pneumologia interventistica in Italia. Quella di Lina Zuccatosta è stata una scelta di lavoro più che di vita, maturata considerando Napoli e il Cardarelli una tappa qualificante del proprio percorso professionale per trasferire a un team di giovani specialisti napoletani brillanti e motivati un’esperienza che conta oltre 18.000 broncoscopie realizzate con tecniche tra le più innovative.

Conosceva già la realtà sanitaria di Napoli?
«Conoscevo il Cardarelli soprattutto come grande ospedale del Sud. Ero stata qui alcune volte in occasione di convegni scientifici e mi avevano colpito l’entusiasmo e la motivazione di giovani specialisti che lavorano qui nel mio campo».

Ha lasciato una posizione di direttore di dipartimento ad Ancona…
«Ma qui ho trovato una motivazione che dopo molti anni si rischia di perdere nella routine. Qui in pochi mesi abbiamo formato un team con una grandissima prospettiva di crescita».

Cosa ha trovato al suo arrivo?
«C’è un bacino di utenza enorme: in pochi mesi ho affrontato situazioni cliniche così complesse che in quindici anni nelle Marche non mi era mai capitato di vedere pur lavorando alla scuola del professor Stefano Gasparini riconosciuto punto di riferimento internazionale, fino a 20 giorni fa era presidente della società mondiale di Pneumologia interventistica».

Dove si è formata?
«Ho studiato al Gemelli di Roma poi agli esordi della mia carriera sono stata soprattutto in Francia dove si trovano i migliori centri al mondo per la mia disciplina e poi per molti anni ad Ancona».

Cosa si aspetta da questa esperienza a Napoli?
«È stata una scelta estremamente convinta fatta scientemente per ricreare qui quello che ad Ancona avevo ottenuto da allieva in un percorso lungo anni. Dopo soli 6 mesi già ci sono tutti i frutti. La Sanità campana ha perso due generazioni di medici a causa del Piano di rientro. A mia volta sto apprendendo cose che ad Ancona non avrei mai visto. Sono una convinta sostenitrice della Sanità pubblica».

Quali problemi ha dovuto affrontare?
«Piccole cose, relative alla routine di utilizzo e manutenzione della strumentazione subito risolti dal management aziendale».

Quali vantaggi?
«L’entusiasmo, la competenza e la passione del mio gruppo di lavoro non comuni nel panorama sanitario italiano».

Siete già diventati un punto di riferimento nella formazione?
«Si, in questi mesi dalla Turchia, dall’Università di Ankara, una collega ha scelto di specializzarsi qui a Napoli. Nei prossimi anni in base ad un accordo si farà lo stesso con i colleghi cinesi. Domani terremo un seminario a cui partecipa Attul Mehta professore di medicina interna della Cleveland clinic una indiscussa autorità mondiale di pneumologia interventistica a cui partecipano in presenza e in remoto colleghi di tutta la Campania e di altre regioni».

Quali procedure utilizzate?
«Eseguiamo endoscopie diagnostiche e terapeutiche soprattutto nei tumori del polmone e la disostruzione endoscopica con posizionamento di protesi in trachea e bronchi (siamo centro di riferimento regionale) nei tumori che invadono la via respiratoria Siamo inoltre uno dei pochi centri in Italia in grado di eseguire criobiopsie del mediastino per via tracheale e bronchiale».

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