«Ce l'abbiamo fatta». Era il 2020 e la telefonata di Kamala Harris a Joe Biden sanciva la sconfitta di Trump. Questa volta l'aspirante presidente non riceverà alcuna chiamata dal suo vice. Lei ha deciso di non parlare subito. Manca il risultato definitivo, certo, ma Kamala Harris non vuole arrendersi e non concede ancora la vittoria a Donald Trump. Lo farà, probabilmente domani (seguendo il fuso americano, questa sera per l'Italia), perché l'evidenza dei dati non alimenta alcuna speranza. La vicepresidente degli Stati Uniti è la grande sconfitta di queste elezioni americane. Si credeva che potesse contendere la Casa Bianca al tycoon, molti sondaggisti la davano anche favorita. Ma le urne l'hanno condannata a un ko tecnico indiscutibile.
Il silenzio di Kamala
«Ci sono ancora voti da contare e Stati che non sono stati assegnati.
Non sentirete la vicepresidente stasera, la sentirete domani, quando parlera al paese». Cosi il co-presidente della campagna di Kamala Harris, Cedrid Richmond parlando ai sostenitori ancora radunati alla Howard University di Washington, dove era stato allestito il 'watch party' della notte elettorale. Ha perso il voto popolare che i democratici vantavano di dominare dai tempi di George W. Bush, l'ultimo repubblicani a imporsi. Non è riuscita a conquistare nemmeno uno dei sette Swing State, decisivi per succedere a Joe Biden, presidente uscente che con il suo abbandono tardivo a complicato, e non poco, la corsa di Kamala.
La giornata
Interviste radio, incontri con gli elettori in giro per la Pennsylvania e una cena in famiglia a Washington prima di spostarsi nella 'sua' Howard University a seguire i risultati elettorali. Così Kamala Harris ha trascorso la giornata più importante della sua vita. Sognava di diventare la prima donna, per di più di origini asiatiche e giamaicane, a conquistare la Casa Bianca. Una lunga serata passata nella sua «alma mater», lo storico college nero, la 'Black Harvard' dove Harris si è laureata nel 1989 e ha cominciato a muovere i primi passi nella politica. «Il primo incarico per cui mi sono candidata è stato quello di rappresentante delle matricole alla Howard University. E tornare lì stasera, la mia amata università è, per me, chiudere davvero il cerchio», aveva detto lei. Prima di spostarsi all'università, ha cenato in famiglia. «È una tradizione che abbiamo, siamo tutti insieme», aveva spiegato.
Il futuro
Man mano che le urne davano i primi responsi cresceva la sensazione di una giornata storta. La sua corsa, breve, stava per concludersi con un nulla di fatto. Subentrata al posto di Biden, invitato da più parti a lasciare spazio alla sua vice, forse non ha avuto il tempo per imporsi con tutto il Paese. È presto per capire se i dem decideranno di puntare ancora su di lei per il futuro, che in fondo dista solo quattro anni. Di fronte non ci sarà più Trump, chissà se ci sarà anche Harris.