"L'omofobia di Report. E a sinistra tutti zitti"

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Il senatore di Iv: "Il programma della Rai usa un gossip inaccettabile da anni '50"

"L'omofobia di Report. E a sinistra tutti zitti"

«Il rigoroso stile anglosassone di Report lo conosciamo tutti e da anni: non a caso chi accetta di farsi intervistare da quella trasmissione si tutela autoregistrandosi, per evitare i taglia&cuci che servono a farti dire il contrario. E in queste ore Report ha pompato il presunto scandalo al maschile utilizzando in modo deliberato una unica leva: la morbosità omofoba».

Ivan Scalfarotto, parlamentare di Italia viva e «uomo di sinistra», da molti anni in prima linea sulle battaglie per i diritti, non nasconde la propria indignazione per il modo in cui è stato trattato «nel piccolo mondo della politica romana» il caso Spano. Che ha portato ieri alle dimissioni del capo di Gabinetto del ministero della Cultura, appena nominato.

Senatore Scalfarotto, Report viene considerata una trasmissione «progressista».

«Certo, è una testata che si autodefinisce di sinistra, come del resto fa lo stesso Sigfrido Ranucci. E fa impressione che proprio un giornalista che si dice di sinistra abbia scelto di utilizzare questo tipo di inaccettabile gossip stile anni Cinquanta sui torbidi ambienti omosessuali, per pompare reclamizzare la sua trasmissione in tutti i salotti tv. Ma è sintomatico di una profonda immaturità culturale del tutto trasversale, da destra a sinistra».

Eppure nessuno tranne lei, nel centrosinistra, ha sollevato in questo caso il problema omofobia.

«Non mi stupisce, anche se mi dispiace, e mi aspetterei che dalla mia parte politica qualcuno si decidesse a farlo».

Forse però l'omofobia passa in secondo piano, quando a essere nel mirino è un governo di destra?

«Mi auguro che non sia questa la ragione, sarebbe bassa cucina politica. Temo ci sia anche una questione più profonda, di coscienza collettiva del paese, a destra esattamente come a sinistra. Spero di non restare il solo ad avvertirlo, dalla mia parte».

Il ministro della Cultura Giuli denuncia la «mostrificazione» di Spano.

«Non sono all'altezza del lessico giuliano. Ma di certo la matrice culturale di questa operazione è la stessa che Spano subì ai tempi del caso Unar, quando venne colpito - sempre per il suo orientamento sessuale - da un'altra trasmissione tv, Le Iene, che gli organizzò un orribile outing in diretta.

Sono passati anni dal caso di Piero Marrazzo, che proprio oggi presenta il suo libro a Roma e che per la sua vita privata fu sbranato da destra e mollato da sinistra. Ma siamo sempre a quel punto là. E poi ci offendiamo se ci accusano di essere un paese omofobo».

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