La regina Camilla conterebbe sulla sua prima dama di compagnia per lo svolgimento di una mansione solo apparentemente banale
Dopo l’ascesa al trono, nel settembre 2022, la regina Camilla riorganizzò la Casa Reale britannica rinnovando il ruolo della “lady-in-waiting”, cioè la dama di compagnia. Questa piccola rivoluzione partì dal nome, come spiegò il Mirror: da quel momento in poi le signore al seguito di Sua Maestà si sarebbero chiamate “Compagne della Regina” e sarebbero state selezionate nella cerchia di amicizie della sovrana. Le mansioni di una dama o compagna che dir si voglia non sono cambiate del tutto. Più che altro sono state riviste e aggiornate. Tra queste ve ne è una che in pochi conoscono e a cui molti, di solito, neppure pensano. Un compito che può apparire imbarazzante, ma ha una motivazione importante, una sua logica attinente alla sicurezza della sovrana.
Le “Compagne della Regina”
Nell’ottobre 2022 il Daily Mail annunciò che la regina Camilla aveva in mente di ripensare il ruolo della dama di compagnia per modernizzarlo e, nello stesso tempo, farlo rientrare nel più ampio progetto di “monarchia snella” voluta da Carlo III. Rompere con una tradizione secolare per ricomporla in maniera nuova, più aderente alla nostra epoca. Un insider confidò: “[Camilla vuole agire] in maniera…diversa” rispetto alla regina Elisabetta. “Quando si è sposata e ha organizzato il suo ufficio per la prima volta, aveva due brillanti segretarie private, Amanda MacManus e Joy Camm. In un certo senso erano ‘due al prezzo di uno’. Non solo le organizzavano gli impegni e i progetti, ma se necessario si comportavano da dame di compagnia, accompagnandola nei doveri ufficiali, raccogliendo i fiori [che le venivano donati] e cose del genere”. Erano amiche e collaboratrici, dunque. Camilla riprese questo schema organizzativo, in linea con il suo carattere riservato e lo applicò allo status regale, scegliendo le “Compagne della Regina” tra le sue confidenti più leali e fidate.
Sei amiche per Camilla
Camilla assunse sei nobildonne: Sarah Troughton, Jane von Westenholz, Fiona Mary Merritt marchesa di Lansdowne, la baronessa Carlyn Chisholm, Lady Sarah Keswick e Lady Katharine Brooke. Il piccolo gruppo riceve solo una retribuzione “simbolica”, una sorta di rimborso spese, ma il prestigio del loro ruolo non ha prezzo. In passato le dame di compagnia aiutavano la sovrana a vestirsi e a spogliarsi, a scegliere gli abiti adatti a ogni occasione, a fare il bagno, a sbrigare la corrispondenza e si occupavano perfino di rifarle il letto. Oggi, naturalmente, le cose sono cambiate. “…[Le] lady-in-waiting…offriranno supporto e compagnia a Sua Maestà. Alla fine di una giornata impegnativa è bello avere un’amica di vecchia data accanto a te”, scrisse il Sunday Times. In particolare le nuove “Compagne della Regina” rimangono accanto a quest’ultima durante gli impegni ufficiali. Tuttavia Camilla chiarì fin da subito che la loro non sarebbe stata una presenza costante, bensì richiesta solo per determinati appuntamenti e per specifiche mansioni.
Dama “in avanscoperta”
A proposito di mansioni particolari ce ne è una molto delicata, come spiega il Daily Mail, che Camilla affida ogni volta a una delle sue dame. Un compito molto importante, sebbene in apparenza piuttosto imbarazzante. Prima di ogni appuntamento ufficiale una delle lady-in-waiting viene inviata in avanscoperta, diciamo così, sul luogo che Camilla ha in programma di visitare. Il giro di ricognizione ha una ragione ben precisa: la dama deve assicurarsi che sia presente un bagno, che sia dotato dei normali comfort e che possa essere usato esclusivamente dalla Regina. La situazione in sé può far sorridere, ma in realtà è un dettaglio che non deve assolutamente essere trascurato per questioni di sicurezza. Il Daily Mail ha scritto: “L’esclusività deve essere mantenuta a tutti i costi. Le persone cercano sempre dei souvenir royal”. Meglio non immaginare quali possano essere tali “souvenir” in questo caso. Comunque la premura e la prudenza non sono esagerate e nulla hanno a che vedere con la paranoia. Non sarebbe difficile, infatti, recuperare dei campioni di Dna della Regina, o semplicemente dei “ricordi” di dubbio gusto da rivendere (e il timore è che gli acquirenti non manchino).
Nessun imbarazzo
La “Compagna della Regina” inviata in questa missione speciale può contare, naturalmente, sull’aiuto del Royal Protection Officer (in casi come questo, ha sottolineato il Daily Mail, a collaborare con la dama di compagnia c’è sempre una donna). Non vi è alcun imbarazzo nella ricerca. Al contrario, è un compito come un altro ma, come tutti i preparativi per un impegno ufficiale, deve essere svolto con grande attenzione. Fondamentale, poi, è la discrezione. Durante l’evento, se la sovrana deve usare la toilette, fa un cenno alla sua dama, che le fa da guida senza che nessuno se ne accorga e poi rimane a una certa distanza dalla porta, pronta a bloccare chiunque tenti di entrare. Accortezza rispettata anche “prima o dopo”, come ha evidenziato il Daily Mail.
L’altra “Kate”
Di solito questo incarico molto particolare viene affidato a Lady Katharine Brooke, Kate per le amiche più strette come la regina Camilla. La madre della nobildonna è Lady Susan Hussey, madrina del principe William e dama di compagnia di Elisabetta II per più di 60 anni (la più longeva lady-in-waiting della defunta sovrana). La regina Elisabetta chiamava affettuosamente le sue dame “Head Girls”, cioè “capogruppo”, capoclasse” (il termine si usa in particolare in ambito scolastico e indica le leader). Lady Susan era la più anziana tra loro e per questo Elisabetta la definiva “la mia capogruppo” o addirittura “il capo dei capi”. Elisabetta avrebbe perfino detto più volte che non ce l’avrebbe mai fatta “senza Sue”. Lady Katharine, invece, è una delle più giovani del seguito della sovrana, ma anche quella con più esperienza, dato il ruolo a corte di sua madre e le origini nobili: suo padre era il Barone Marmaduke, ex presidente della Bbc che prestò servizio nelle Grenadier Guards durante la Seconda Guerra Mondiale. Fu gravemente ferito ad Anzio (gli venne amputata una gamba). Il nonno materno era il dodicesimo Conte Waldegrave, mentre il marito è il quarto baronetto Sir Francis Brooke, che nel 2020 venne nominato Rappresentante di Sua Maestà ad Ascot proprio dalla regina Elisabetta.
Una lady nell’occhio del ciclone
Nel 2022 la Hussey si ritrovò in una tempesta mediatica a causa di un episodio spiacevole: il 29 novembre di quell’anno, durante un ricevimento organizzato dalla regina Camilla a Buckingham Palace per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza contro le donne, Lady Susan iniziò a chiacchierare con l’attivista britannica e di colore Ngozi Fulani, amministratore delegato dell’associazione “Sistah Space”, che si occupa delle vittime di violenza domestica, chiedendole insistentemente delle sue origini africane. La Fulani tentò invano di spiegare alla Hussey di non conoscere con esattezza le sue radici, ma di avere nazionalità britannica. Quel dialogo piuttosto sopra le righe avrebbe fatto infuriare Carlo III. Nel dicembre 2022 Lady Susan chiese personalmente scusa a Ngozi Fulani durante un incontro a Palazzo.
“Vostra Maestà”
“Lavorare per la royal family, che si venga pagati o meno, è considerato un privilegio, purché si ricordi la differenza di rango che non potrà mai essere oltrepassata”, ha sottolineato il Daily Mail, spiegando che tutte le “Compagne della Regina” sono tenute a rispettare le formalità, a partire dalle più semplici: pur essendo amiche di Camilla, infatti, anche le nobildonne, come tutti, hanno il dovere di rivolgersi a lei chiamandola “Vostra Maestà” la prima volta che la incontrano durante la giornata e “Ma’am”” (signora) nelle occasioni successive.
Per le lady-in-waiting è un onore poter servire la Corona persino in compiti che possono apparire, a prima vista, bizzarri, come quello riguardante il giro di ricognizione per il bagno. Essere una di loro vuol dire rimanere accanto alla sovrana come amica e collaboratrice, su due livelli distinti ma complementari, scambiando confidenze senza, però, dimenticare mai il protocollo.