La danza afroamericana incontra la purezza neoclassica: l'originalità del coreografo americano Alonzo King chiude il Torinodanza

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La fluidità sanguigna della danza afroamericana incontra la purezza neoclassica: accostamenti vertiginosi, stile visionario, per un’opera ad alta intensità, di struggente bellezza. Il celebre coreografo americano Alonzo King, acclamato come “uno dei pochi, veri autori di balletto dei nostri tempi” dal maestro William Forsythe, insieme con la sua compagnia Alonzo King Lines Ballet, chiude il 25 e il 26 ottobre il Torinodanza Festival 2024 con Deep River (Fonderie Limone di Moncalieri, alle ore 20.45). Un evento internazionale per le serate finali della rassegna diretta da Anna Cremonini che ha presentato nell’arco di quasi due mesi, 15 titoli, 34 rappresentazioni, di cui 7 prime nazionali, con 15 compagnie provenienti da 9 diversi Paesi (Francia, Germania, Grecia, Israele, Italia, Libano, Portogallo, Regno Unito, Stati Uniti): 90 per cento di occupazione delle sale, più della metà delle proposte sold out. Per la chiusura, lo spettacolo di King, riconosciuto a livello internazionale come uno dei coreografi più importanti del suo tempo e che il New York Times ha definito di “sorprendente originalità”.

Lisa Fischer, vocalist dei Rolling Stones

“Deep River” nasce da una collaborazione con la cantante vincitrice del Grammy Award Lisa Fischer (20 Feet to Stardom e a lungo voce principale dei Rolling Stones) e il direttore artistico del Kennedy Center per il jazz, e vincitore del MacArthur Award, Jason Moran. Fondendo la danza con la musica spirituale della tradizione nera, ebraica e indiana, “Deep River” invita il pubblico a considerare la bellezza fisica e la maestosità dell’umanità come l’apice della creazione. L’opera, spiega il coreografo, ricorda che «l’amore è l’oceano da cui siamo nati, in cui nuotiamo e a cui un giorno torneremo e, se profondamente coltivato, può liberarci». La sua compagnia, Lines Ballet, con cui ha segnato la storia e l’evoluzione della coreografia contemporanea, sul palco è sospesa tra le punte e una gestualità potente, a dimostrazione di come l’arte coreografica sia un flusso di creatività continua che affonda le proprie radici nelle regole dell’accademia per spingersi verso territori sconosciuti.

Golden Gate Park a San Francisco

“Deep River” è il risultato di un lavoro che ha preso forma durante la pandemia in luoghi improbabili: gli artisti hanno composto questa nuova opera isolati nei loro studi di danza, a Golden Gate Park a San Francisco e in una fattoria nel deserto di Wickenburg, in Arizona. Oltre alle composizioni di Jason Moran e alla voce formidabile di Lisa Fischer, è stato scelto l’uso di musiche spirituali delle tradizioni ebraica e africana per trattare il tema del potere dell’ispirazione nonostante le avversità, e della speranza e della determinazione di fronte a situazioni apparentemente impossibili. Un invito, spiega l’autore, «a far sbocciare un fiore di loto nel fango, a guardarci tra di noi come membri di un’unica famiglia di anime». E una lettera d’amore a un mondo che si contorce dal dolore. Tutti i ballerini della compagnia sono presenti in scena, connessi da assoli, passi a due e scene di gruppo dalla bellezza ipnotica e commovente.

L'installazione con la regia di Robert Rosenwasser

Il 25 e 26 ottobre, alle 19.30, presso la Sala Piccola delle Fonderie Limone, sarà inoltre possibile assistere a “There is no standing still”, l’installazione video realizzata da Alonzo King e dai suoi danzatori con la regia di Robert Rosenwasser. Il progetto, che raccoglie una serie di filmati girati dagli stessi ballerini dalle loro case durante la pandemia, sarà fruibile gratuitamente. Inoltre, il 26 ottobre alle 19, presso la Sala Piccola delle Fonderie Limone, Alonzo King incontrerà il pubblico e racconterà la sua esperienza artistica di oltre un quarto di secolo in dialogo con Elisa Guzzo Vaccarino. (Ingresso libero con prenotazione obbligatoria online).

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