Trame russe in Medio Oriente. Stando a quanto rivelato dal Wall Street Journal gli Houthi, l’organizzazione yemenita facente parte insieme a Hamas ed Hezbollah dell’Asse della Resistenza filoiraniana, avrebbero ricevuto da Mosca dati satellitari sulle navi occidentali nel Mar Rosso. Informazioni utilizzate dai miliziani per attaccare le imbarcazioni straniere come parte di una campagna volta a mettere sotto pressione Israele e i suoi alleati all’indomani della strage del 7 ottobre.
Secondo le fonti anonime consultate dal quotidiano americano, elementi delle Guardie della Rivoluzione Islamica inquadrati nelle unità degli Houthi avrebbero fatto da tramite nella trasmissione di informazioni. Tali dati sarebbero stati adoperati in particolare per ampliare la portata degli attacchi alle navi che per mesi hanno mandato in tilt una delle principali arterie marittime del commercio mondiale. Nel periodo in cui l’attività dei miliziani yemeniti è stata più intensa, gli armatori sono stati costretti a deviare la rotta dei mercantili facendoli passare per il Capo di Buona Speranza con pesanti aggravi di costi e di tempi di transito.
Il Wall Street Journal riporta che a partire dal novembre 2023 gli Houthi siano riusciti a colpire più di un centinaio di navi. Le iniziative del gruppo considerato un’organizzazione terroristica da Washington sono state ridimensionate grazie all’intervento di una coalizione navale a guida Usa che ha permesso di “blindare” il passaggio delle navi nell’area. Per abbattere droni e missili si calcola che gli Stati Uniti abbiano speso nei primi mesi dell’anno circa un miliardo di dollari.
Il ruolo giocato dalla Russia in Medio Oriente non stupisce gli esperti secondo i quali ogni crisi che sposta l’attenzione degli americani dall’Ucraina è una “buona notizia” per Mosca. Per non parlare dei tentativi della Federazione di mettere in difficoltà gli alleati di Washington. Appena pochi giorni fa infatti si è appreso che migliaia di soldati nordcoreani starebbero svolgendo attività di addestramento in Russia e potrebbero già essere scesi in campo contro l’esercito di Kiev. Di tutta risposta il governo di Seoul starebbe valutando l’invio diretto di armi all’Ucraina.
Oltre all’Estremo Oriente il Cremlino intende dunque alimentare l’instabilità geopolitica anche in Medio Oriente stringendo i legami con l’Iran a scapito di quelli con Israele. Dal regime degli ayatollah la Russia riceve droni e missili mentre, come visto in Yemen, pasdaran e Houthi hanno ottenuto informazioni per condurre assalti ai mercantili. Si è parlato anche di una possibile vendita di armi ai terroristi yemeniti tramite il trafficante d’armi russo Viktor Bout rilasciato di recente da una prigione americana a seguito di uno scambio di prigionieri.
Anche se gli attacchi alle navi occidentali si sono ridotti, l’attività ostile degli Houthi non accenna a diminuire dimostrando una preoccupante capacità di resistenza. Pochi giorni fa i terroristi yemeniti hanno infatti rivendicato il lancio di un missile supersonico contro una base militare israeliana.
E mentre la tensione in Medio Oriente continua a salire il presidente russo Vladimir Putin evoca lo spettro di una guerra regionale. Uno scenario catastrofico da cui però Mosca sembra avere tutto da guadagnare.