L’età dell’innocenza di Oriana Fallaci ha il volto delicato e insieme la grinta di Miriam Leone che interpreta la famosa giornalista, scomparsa nel 2006, agli inizi della carriera nella serie Miss Fallaci presentata in anteprima alla Festa di Roma nella sezione Free Style. Snodata in 8 episodi diretti da Alessandra Gonnella, Luca Ribuoli e Giacomo Martelli, prodotta da Paramount e Minerva, si vedrà prossimamente su Rai1. La serie è basata su due dei primi libri di Oriana, I sette peccati di Hollywood e Penelope alla guerra, e sulle sue interviste. Ambientata negli Anni Cinquanta, racconta la formazione della protagonista, tra imprese professionali in un giornalismo tutto maschile e turbamenti nella vita privata, successi e depressioni. In primo piano è la tormentata storia d’amore vissuta con il collega Alfredo Pieroni (Maurizio Lastrico) da cui Oriana aspettava ma perse un figlio. Miriam, 39 anni e un bambino di nove mesi, il piccolo Orlando, concepito proprio durante la lavorazione della serie, aveva già interpretato la Fallaci nel corto A coup of coffeee con Marilyn. E oggi racconta le sue emozioni nel ritrovare il personaggio.
Non ha avuto paura di confrontarsi con il mito Fallaci?
«All’inizio sì, ma poi mi sono sentita sostenuta dalla squadra. Mi sembrava importante interpretare uno spirito libero come Oriana raccontandone i successi nel lavoro, il passato di staffetta partigiana, la combattiva ricerca della verità ma anche la fragilità emotiva».
Si riferisce all’amore per Pieroni?
«Sì. Nessuno poteva aspettarsi che una giornalista forte come lei, abituata a usare la penna come un bisturi, fosse così vulnerabile in amore. Ma questo paradosso accomuna molte grandi donne che spesso hanno accanto uomini non alla loro altezza».
Chi è la sua Oriana?
«Una donna dotata di una grande forza morale e perennemente in guerra. Anche quando spiava Hollywood. Formidabile nella professione, non era capace di conciliarla con la vita privata: per le donne è sempre stato difficile».
Anche per lei?
«È stata proprio Oriana ad ispirarmi. La sua sofferenza mi ha aperto una porta: ho capito che la mia vita personale non doveva essere divorata dal lavoro mentre la società spinge una donna a scegliere tra successo e famiglia. Oggi ho una certezza: la priorità della mia vita non sono io».
È cambiato il suo modo di lavorare da quando è madre?
«Dopo la nascita di Orlando mi sono presa un anno sabbatico dal cinema dedicandomi alle mie attività imprenditoriali. Ma tornerò presto sul set, ho dei progetti».
In che momento si è sentita la Fallaci più vicina?
«Quando sul set ho scoperto di essere incinta, proprio nei giorni in cui raccontavo il suo dolorosissimo aborto. Ero felicissima di aspettare un bambino ma per evitare il contraccolpo emotivo ho dovuto distaccarmi dal personaggio».
Perché, secondo lei, Oriana era così dura?
«Aveva vissuto tutte le guerre, la morte del suo uomo Alexandros Panagulis. Concepiva la vita come un campo di battaglia e ha pagato carissima, con la solitudine, la sua indipendenza. E oggi, a causa del suo saggio L’orgoglio e la rabbia pubblicato dopo la tragedia delle Torri Gemelle, è oggetto di una autentica damnatio memoriae».
La serie parla della discriminazione che, in quanto donna, Fallaci ha subito: anche lei ha dovuto affrontare i pregiudizi, magari per la sua bellezza?
«Non mi sono mai occupata dei giudizi degli altri. Il mio aspetto fisico non mi ha mai precluso un ruolo. Se ho perso un film, non ero l’attrice giusta. Almeno io la vedo così».
Aumentano i personaggi interessanti per le attrici?
«Ce ne sono sempre di più».
Perché ha voluto co-firmare la sceneggiatura della serie?
«Ho avuto a disposizione tanto di quel materiale dal nipote di Oriana, Edoardo Perazzi, che mi sono sentita in grado di intervenire sul copione, riscrivendone alcune scene».
Pronta a debuttare nella regia?
«Preferisco vivere nel presente. Così, se si cade ci si fa meno male. E poi ci si rialza. Sempre».