Aveva relazioni di alto livello Mirko Pellegrini, l’imprenditore a processo per affari con le cosche a Palmi, perquisito la scorsa settimana dalla Guardia di Finanza e indagato a Roma per associazione a delinquere, corruzione, turbativa d’asta e frode in pubbliche forniture. Tanto che pochi giorni prima del Natale del 2023 ha partecipato a un tavolo tecnico a Palazzo Madama sulla revisione dei prezzi prevista dal nuovo codice degli appalti.
Gli inquirenti sospettano che l’imprenditore, al quale sarebbero riconducibili 17 società, avesse un giro di affari ben più ampio di quello che gli ha consentito di ottenere le commesse del Comune di Roma, con i fondi del Giubileo, e quelli di Astral, oggetto della perquisizione e ottenute corrompendo i funzionari dell’amministrazione con mazzette e regali. Lo dimostrano le parole che il pm Lorenzo Del Giudice ha indicato, nel decreto di perquisizione, alla Finanza per individuare nuovi elementi nei dispositivi (cellulari, pc e tablet) sequestrati ai 21 indagati.
Gli altri appalti
Al centro dell’inchiesta anche il fallimento dei controlli. Soprattutto alla luce del rimpallo di responsabilità tra il Comune, l’Anac e la Prefettura di Roma, che ha sottolineato come una sola delle società di Pellegrini fosse nella “White list”.
E adesso, oltre a cercare di stabilire dove abbia fallito il sistema delle verifiche, gli inquirenti guardano anche ad altri appalti ottenuti dall’imprenditore e dalla sua galassia di srl.
Come quelli del ministero della Giustizia (fondi del Pnrr) per i lavori di copertura dei terrazzi della cittadella giudiziaria di Roma, del Viminale, con la commessa per le opere nella scuola per le forze di polizia in via di Priscilla a Roma, ma anche dall’ottavo reparto del ministero della Difesa. “La Fenice”, la holding del gruppo Pellegrini, ha infatti ottenuto dall’VIII reparto Infrastrutture l’affidamento a Viterbo per l’intervento di bonifica delle superfici scoperte nella caserma “Saloni” e a Roma ha ottenuto, per affidamento diretto, la commessa per le opere nella Scuola sottufficiali dell’Esercito di piazzale delle Medaglie d’Oro. Poi i lavori di ripristino delle condizioni igienico sanitarie dei locali interni allo stabilimento balneare militare di Fregene. La stessa azienda ha vinto come capogruppo mandataria di un’associazione di imprese anche l’appalto di quasi due milioni di euro per la trasformazione della vecchia palazzina in nuovi uffici nel Centro di intelligence interforze di Ponte Galeria a Roma.
Le parole chiave
Il pm Del Giudice, oltre a una serie di nomi, ha sollecitato i militari a cercare nei dispositivi parole indicative, a cominciare da «Camera dei deputati, Senato della Repubblica, ministero della Difesa, Direzione del genio della Marina di Roma, VIII reparto Infrastrutture, Autostrade per l'Italia spa». Quindi il Comune di Roma, praticamente tutti i municipi, dove Pellegrini avrebbe fatto interventi sul manto stradale truffando sui materiali e sulla quantità di bitume, grazie alla complicità dei tecnici del Campidoglio (anche loro indagati) che hanno eseguito i collaudi. Ma anche la ricerca di termini come «Ater, Giubileo 2025 e Pnrr», per i pm, potrebbero rimandare a materiale utile alle indagini.
La corruzione
L’ipotesi della procura e della Guardia di Finanza, che hanno intercettato gli indagati, è che oltre alle mazzette, almeno diecimila euro per ogni “favore” ricevuto dalle ditte di Pellegrini, i pubblici ufficiali corrotti ricevessero anche utilità. E infatti, anche in questo senso, le ricerche sono orientate, si va orologi, a Rolex e Patek Philippe e ancora macchine, Bmw, Audi, Renault. Poi cassaforte, contanti, liquidità, titoli, fondi, investimenti, busta, carburante, mangiare, cene e carta aziendale.