Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, con la vittoria di Donald Trump ha parcheggiato la sua Tesla sul prato della Casa Bianca, dove resterà per i prossimi quattro anni. È davvero un imprenditore geniale: i 119 milioni di dollari che ha speso per sostenere la campagna elettorale di Trump sono già tornati a casa con un guadagno di 13 miliardi, grazie al rialzo del 13% del titolo Tesla a Wall Street che ha moltiplicato di 11.000 volte, secondo la Cnn, la somma investita. A colpire tutti è stata però la familiarità con la quale i due hanno atteso insieme i risultati nella residenza del nuovo presidente a Mar-a-Lago, in Florida. Musk aveva portato con sé il figlio più piccolo, chiamato X AE A-XII, tenendolo spesso sulle spalle. Durante il party, ha parlato lungamente con Trump, postando ogni tanto qualcosa sull’altro X, la sua piattaforma social. In un fotomontaggio, si è mostrato con un lavandino nello Studio Ovale, in un post ha annunciato che la sfida con Harris si era conclusa con «gioco, partita e incontro», e poi che «il futuro sarà fantastico». Trump lo ha ricambiato definendolo «un uomo straordinario», «un genio», «una nuova stella» che ora entrerà, non si sa ancora in quale ruolo, nello staff della Casa Bianca.
CONFINI MALLEABILI
I confini tra affari e politica negli Stati Uniti sono sempre stati molto malleabili, ma Musk avrà nella prossima amministrazione un livello di influenza globale di cui nessun uomo d’affari ha mai goduto, e contribuirà a plasmare il futuro della nazione e la geopolitica mondiale. Bisognerà risolvere i suoi conflitti di interesse, che vanno dalla corsa allo spazio con Space X all’intelligenza artificiale, dalle auto elettriche alla rete di satelliti Starlink che controlla Internet, ma con un Congresso tutto repubblicano si troverà il modo. Musk, che è noto per muoversi rapidamente e rompere le cose che c’erano prima, ha molti punti di contatto con Trump. È stato lui a ripristinare l’account dell’allora ex presidente, cancellato da Twitter. Diventato X, il social è poi stato usato come megafono della campagna di Trump, plasmando in modo aggressivo la narrativa online e diffondendo anche numerose false informazioni e teorie complottiste. Ora molti oppositori pensano che la piattaforma possa diventare un social network statale, e condizionare gran parte dell’opinione pubblica solo premendo qualche tasto quando ce ne sarà bisogno.
Sulla transizione energetica Trump e Musk non la vedono allo stesso modo, ma Tesla è in difficoltà per la crisi delle auto elettriche e vuole puntare sui robotaxi autonomi e sui robot umanoidi gestiti dall’intelligenza artificiale. Ma c’è una legge che negli Stati Uniti limita a 2500 il numero di veicoli senza volante e pedali che un’azienda può vendere in un anno, e bisognerà abolirla. Space X domina ormai il trasporto spaziale con i suoi razzi riutilizzabili. Ma se il suo proprietario ha un ufficio alla Casa Bianca ci saranno seri problemi di sicurezza nazionale, nonché di conflitto di interessi per i contratti con la Nasa. Non c’è dubbio, però, sul fatto che gli Stati Uniti potrebbero rimettersi in prima fila nella nuova corsa allo spazio, già affollata da molti pretendenti. Musk ha anche inviato in orbita 6.000 satelliti per diffondere Internet ad alta velocità in ogni parte del mondo. Un’iniziativa lodevole, che ha tuttavia evidenti e sensibili risvolti nella politica internazionale: può infatti disattivare il servizio a suo piacimento in qualunque zona del mondo, creando seri problemi agli stati che la Casa Bianca volesse colpire in conflitti militari o geopolitici.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Musk punta molto anche sull’intelligenza artificiale, e ha fondato xAI, già valutata 40 miliardi di dollari e diventata la principale rivale di OpenAI. L’energia attualmente disponibile non basta però ad alimentare lo sviluppo dell’AI oltre un certo limite e occorrono dunque nuove centrali nucleari e meno restrizioni sulle emissioni causate dalla produzione di energia con combustibili fossili. C’è poi la politica estera, con gli interessi di Tesla in Cina e i contatti quasi quotidiani di Musk con Putin, del quale condivide le idee sull’Ucraina.
Per ora si è parlato solo di affidare a Musk una revisione della spesa dello Stato: conta di poter risparmiare 2 trilioni di dollari su un bilancio federale di 6,8, cosa che tutti gli economisti ritengono impossibile. Lui è abituato a dirigere le aziende con due tweet e corre il rischio di restare impantanato nella palude burocratica che intende risanare, com’è accaduto a molti tecnici prestati alla politica. Ma con Musk non si sa mai. Si dice che sia una persona senza vincoli e senza rimorsi, e può usare una ricchezza straordinaria per raggiungere i suoi obiettivi, ignorando le convenzioni e le norme. In questo somiglia molto a Trump, e già si prevede che due maschi alfa nello stesso giardino finiranno inevitabilmente per beccarsi. Ma se non accadrà, il futuro sarà davvero interessante.
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