Nada Cella, svolta nell'omicidio della 24enne uccisa a Chiavari nel 1996: a processo Anna Lucia Cecere, Marco Soracco e Marisa Bacchioni

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Svolta nel delitto di Nada Cella. A quasi trent'anni dalla morte della giovane segretaria uccisa nel 1996 nello studio dove lavorava a Chiavari (Genova), ci sarà un nuovo processo. Lo hanno deciso i giudici della Corte di appello di Genova che hanno accolto il ricorso della Procura contro il proscioglimento di Anna Lucia Cecere, l'ex insegnante accusata di essere l'assassina, del commercialista Marco Soracco, da cui lavorava Nada, e l'anziana madre Marisa Bacchioni. Andranno tutti a processo. 

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Il nuovo processo

Ci sarà un processo per l'omicidio della giovane segretaria uccisa il 6 maggio 1996 nello studio dove lavorava a Chiavari (Genova).

I giudici della Corte di appello di Genova che hanno accolto il ricorso della Procura contro il proscioglimento di Anna Lucia Cecere, Marco Soracco e l'anziana madre Marisa Bacchioni. A marzo la giudice Angela Nutini aveva prosciolto Cecere perché aveva giudicato gli elementi raccolti dalla procura solo come «sospetti». Sospetti che, aveva sottolineato, non possono «portare a formulare una ragionevole previsione di condanna», come vuole la riforma Cartabia, e che renderebbero «inutile il dibattimento» visto il quadro probatorio per alcuni aspetti «contraddittorio e insufficiente». Il gup aveva prosciolto anche il commercialista e l'anziana madre Marisa Bacchioni, questi ultimi accusati di favoreggiamento e false dichiarazioni. Il fascicolo era stato riaperto nel 2021 dopo la rilettura dei vecchi atti da parte della criminologa Antonella Delfino Pesce e dall'avvocata della famiglia Sabrina Franzone. Le altre parti civili sono assistite dagli avvocati Razetto e Dellepiane. L'inchiesta era stata affidata dalla pm Gabriella Dotto alla squadra mobile. Quello di Nada Cella per la procura sarebbe stato un delitto d'impeto: Cecere (difesa dagli avvocati Giovanni Roffo e Gabriella Martini), per l'accusa, avrebbe ucciso Cella perché voleva prendere il suo posto a lavoro e nel cuore di Soracco. Il commercialista e la mamma, invece, secondo l'accusa, avrebbero mentito e coperto la presunta assassina per evitare che si scoprisse un giro sospetto di soldi. Lui, che subito dopo l'omicidio era stato il sospettato numero uno, ha sempre negato di avere coperto la Cecere.

La madre: «È una restituzione di verità e giustizia»

«Ho il cuore più leggero, sono contenta. È una restituzione di verità e giustizia». È quanto ha detto in lacrime Silvana Smaniotto, la mamma di Nada Cella, dopo aver saputo del rinvio a giudizio di Anna Lucia Cecere. «Sono contenta, perché è quello che si meritava la famiglia. Il lavoro della polizia e della procura è stato fuori misura ed era ingiusto che non ci fosse un processo anche per questo», il commento dell'avvocata Sabrina Franzone, che assiste la madre. Il processo inizierà il 6 febbraio. «È stato un lavoro molto accurato lasciando fuori le illazioni. Gli elementi indiziari ci sono e portano su una direzione. Sappiamo che è un processo difficile ma nemmeno farlo era profondamente ingiusto. Quasi peggiore perché se non puoi credere nell'impegno e nella giustizia sarebbe stato insuperabile».

Legale Cecere: «Affronteremo il processo»

«Nessuno ci ha condannato e affronteremo il processo. A oggi non è cambiato nulla rispetto a quando il gip aveva deciso per il proscioglimento». Così l'avvocato di Anna Lucia Cecere, Giovanni Roffo, dopo il rinvio a giudizio per la sua assistita. «Continueremo sulla linea delle incongruenze, convinti della bontà degli elementi portati davanti al gip. Continueremo con determinazione perché per noi Cecere non c'entra», prosegue la co-difensora Gabriella Martini. «Lo mettevo nelle possibilità. Non condivido la decisione dei giudici. Si andrà davanti a una corte d'assise e lì si vedrà. Ma il reato per Soracco era prescritto» conclude l'avvocato Andrea Vernazza, difensore di Soracco e della madre. 

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