«Vogliamo che il compleanno di Napoli che compie 2.500 anni venga ricordato in tutto il mondo, in tutti gli istituti di cultura italiani all'estero, utilizzeremo la rete delle nostre Ambasciate. Organizzeremo di nuovo in questa città, che è simbolo di amore e non del male, un'altra volta la conferenza mondiale dell'Unesco e quella degli Addetti scientifici». Siamo alla Farnesina, nella sala Aldo Moro, e a parlare è il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani in occasione della presentazione dell'evento “Napoli capitale del Mediterraneo: sviluppi e prospettive”, che si terrà a Napoli in occasione del cinquantesimo anniversario dalla fondazione del Corpo Consolare di Napoli. Per Tajani «Napoli deve essere sempre più una risorsa per il Paese e per il sud e mai un problema». In sala ci sono molti dei settanta consoli napoletani, ambasciatori della città su tutto il pianeta e trait d'union con il mondo dell'imprenditoria e della cultura che sempre più stanno investendo sulla città. Al tavolo insieme al ministro il Segretario del Corpo Consolare di Napoli Mariano Bruno, il Presidente del Gruppo UniCredit Pier Carlo Padoan e l'Amministratore Delegato di Deloitte Valeria Brambilla con il Rettore dell'Orientale Roberto Tottoli.
L'analisi di Tajani
A Tajani non sfugge la problematica di questi giorni dove la criminalità giovanile, fenomeno in espansione non solo a Napoli, e la lunga scia di sangue che sta portando. «Napoli - dice il ministro - è una città su cui contiamo molto, una realtà di grande importanza la cui economia e il suo export vanno sostenuti con infrastrutture, investimenti, aumentando la sicurezza, favorendo la presenza di imprese straniere, aumentando la sicurezza e sconfiggendo la criminalità organizzata. Devono essere lo Stato e le imprese a dare lavoro ai giovani non la criminalità». Il ministro punta sullo sviluppo per sradicare «la cultura della violenza». E Tajani snocciola dati a conforto delle sue parole: «Siamo impegnati a sostenere Napoli e la Campania dove l'export sta aumentando in percentuale più che nelle regioni del nord - sottolinea - questi sono segnali di vivacità economica che non vanno sottovalutati ma vanno al contrario incoraggiati. Così come puntiamo a far crescere qui la presenza dei turisti e il ruolo dei rappresentanti consolari dei paesi stranieri a Napoli è fondamentale». Il ministro spiega che «Dobbiamo anche attraverso il corpo consolare favorire la presenza di più imprenditori, più imprese, più investitori stranieri, anche grazie ai vantaggi offerti dalla Zes, la zona economica speciale, e grazie all'azione del Governo per rendere più agevoli gli investimenti in Italia. Siamo convinti che Napoli debba essere sempre più una risorsa e sempre meno un problema per il Paese. La capitale del sud deve essere un volano per l'intero Mezzogiorno». Tajani poi conclude il suo intervento: «Napoli è una città fondamentale anche perché si affaccia sul Mediterraneo con il suo porto, quindi è un luogo da dove partono anche tante nostre merci».
«La celebrazione dei 50 anni del Corpo Consolare di Napoli - racconta il segretario Mariano Bruno - sarà l'occasione per ribadire come la città, passata da 25 rappresentanze consolari a oltre 70, voglia e possa giocare un ruolo fondamentale per la centralità dell'Italia nel Mediterraneo. Per fare questo la città deve investire su infrastrutture e sui giovani. Ci troviamo di fronte al paradosso che pur essendo la città più giovane d'Italia molti ragazzi emigrano per la loro formazione universitaria e le opportunità di lavoro». Francesca Giglio console delle Filippine è diretta: «Negli ultimi anni - spiega - abbiamo avuto una grande affermazione di Napoli in tutto il mondo e noi siamo il collante tra la città e tutti gli stranieri che sono a Napoli che siano essi turisti o che siano stanziali. L'idea di Napoli nel mondo ormai è affermata e noi cerchiamo di fare la nostra parte».
Le voci dei manager
L'Amministratore Delegato di Deloitte & Touche Valeria Brambilla guarda ai numeri: «Noi investiamo sui giovani, nella ferma convinzione che sono il futuro del Paese. A Napoli, questo impegno si concretizza nella collaborazione con la Federico II. I dati ci dicono che il tasso di occupazione giovanile dei laureati in città è pari o vicino a quello delle altre aree dell'Italia». Per Padoan di Unicredit le cose stanno così: «Non bisogna sottovalutare lo sviluppo del turismo, c'è chi sostiene che sia uno sviluppo a fiammate e non duraturo. Ma in realtà siamo in un'epoca di grandi cambiamenti e credo che a Napoli questo tipo di sviluppo possa essere duraturo».