Locali commerciali di proprietà del Comune: importante operazione portata avanti dalle forze dell’ordine nelle ultime ore in merito all’indagine della Corte dei Conti partita un anno fa. Due i negozi sgomberati, rispettivamente in zona Forcella e a Napoli Est. Pochi giorni fa, gli agenti della polizia municipale sono intervenuti in due attività commerciali storiche, per il cui utilizzo non veniva da tempo versato il relativo canone d’affitto.
Un problema di morosità atavico, finito al centro di una vicenda investigativa - parliamo della Corte dei Conti - decisamente più ampia. Si tratta di un’operazione che attesta quanto la macchina amministrativa si stia muovendo, dopo le prime battute dei pm contabili indagine, una indagine ampiamente documentata su queste pagine che portò la magistratura a stimare una sorta di voragine economica. Parliamo del mancato incasso di circa 133 milioni «nella gestione del patrimonio immobiliare».
Gli inquirenti si erano riferiti allora anche al “Patto per Napoli” condizionato, tra l’altro, «dalla corretta gestione del patrimonio immobiliare, dall'incremento e delle entrate attraverso l'aumento dei canoni di concessione e di locazione, e dalla riduzione dei fitti passivi».
In sostanza, parliamo di un effetto conformativo dell’inchiesta della Corte dei Conti, alla luce delle indagini dei pm della Procura Contabile Ferruccio Capalbo e Davide Vitale. Sono 16, in totale, le attività commerciali attenzionate, come si legge nel documento inviato dalla Direzione Generale del Comune all’Unità Investigativa della polizia municipale, e che ha per oggetto «fascicolo istruttorio Corte dei Conti, Procura Regionale Campania».
Si tratta di «un riscontro parziale - come si legge nel documento - con la documentazione idonea alla ricostruzione storico documentale delle vicende amministrative, contabili e giudiziarie degli immobili di proprietà comunale relativi al fascicolo in oggetto».
L’operazione
Ma torniamo per ora all’operazione di ieri. Un distributore dolciario (a Forcella) e un laboratorio di analisi (nella periferia orientale): questi i due esercizi citati nei provvedimenti, che non versavano da tempo con regolarità il canone d’affitto. Nell’oggetto del documento relativo alla prima delle due attività, e redatto dal Servizio Tutela e Regolarizzazione del Patrimonio, si legge: «Intimazione ad adempiere al pagamento delle somme insolute per l’indennità di occupazione non versate relative al possesso degli immobili di proprietà Comunale ad uso diverso dall’abitativo e contestuale diffida al rilascio». Quanto al centro medico, nei documenti si legge di «una morosità di 105mila euro», a partire dal «settembre del 2011».
«Oltre 200mila euro», invece, l’ammanco di versamenti del distributore dolciario segnalati dal Comune dal «novembre 2009 all’aprile 2024», per due locali nello stesso fabbricato. A parte queste due attività, sono 16, in totale gli esercizi presenti nel documento inviato dalla Direzione Generale di Palazzo San Giacomo all’Unità Investigativa della polizia locale. Spazi commerciali di proprietà di Palazzo San Giacomo, su cui sono in atto verifiche. Stiamo parlando di attività sparse per tutto il perimetro della città. Alcuni di questi esercizi, in ogni caso, si trovano in zone centralissime della Napoli del boom turistico e sono conosciuti.