Il dibattito riempie ore legali e solari ma molto probabilmente nel 2600 nessuno ci sarà più. E allora addio discussioni
Solare, aggettivo luminoso rilanciato dal ministro Giuli, completandolo con il sostantivo pensiero. Se ne dovrebbe parlare e scrivere, dico dell’aggettivo, proprio oggi e invece leggo e ascolto di ora legale che ci obbliga a spostare indietro, nel senso dell’orario, gli orologi. Ma quella che incomincia oggi è l’ora solare, da noi, figli dell’austerity, dimenticata per ubriacarci dell’ora legale con il battutificio che l’ha accompagnata.
Sessanta minuti che in verità non cambiano le abitudini, d’accordo viene prima la sera, così che l’apericena, allestito alla luce del sole, va in onda con le lampade accese. Il dibattito riempie ore legali e solari ma, in contemporanea, la Nasa comunica di condividere la tesi scientifica di Stephen Hawking il quale sostiene che nel duemila e seicento la terra, il mondo, sarà una palla di fuoco, fine di qualunque futuro, epilogo di una avventura durata millenni e nessuno potrà più scrivere/filmare quel dopo.
Dunque aggrappiamoci alle ore contemporanee, solari, legali, estive, autunnali, il tempo fugge, scriveva Virgilio nelle Georgiche e il poeta mantovano non
aveva nemmeno l’orologio, aggeggio maledetto secondo Plauto, osservava la meridiana o la clessidra. Provò più volte a portarle indietro e avanti, quindi decise, per fortuna nostra, di dedicarsi alla scrittura. Alla buonora.