Papa Francesco e l'enciclica sul cuore di Cristo: «Solo la poesia e l'amore salveranno l'umano»

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E' solo una questione di cuore. Il mondo pericolosamente sull'orlo di una guerra mondiale si salverà solo con un surplus di umanità, di affetto, di altruismo, di amore per la vita. Papa Francesco ha intitolato la sua quarta enciclica "Ci ha amati”, Dilexit nos, dall'incipit della lettera di san Paolo ai Romani, proprio per riflettere sul fatto che in futuro la differenza la potrà fare solo l'amore dimostrato, prodigato, donato. Il nuovo testo del magistero pontificio - il quarto - gronda umanità tutti i 220 punti esposti. Il Vaticano lo ha diffuso stamattina in tutto il mondo e tradotto in cinque lingue.

Scrive Papa Francesco: «Ci ha amati, dice San Paolo riferendosi a Cristo, per farci scoprire che da questo amore nulla potrà mai separarci. Paolo lo affermava con certezza perché Cristo stesso aveva assicurato ai suoi discepoli: Io ho amato voi. Ci ha anche detto: Vi ho chiamato amici. Il suo cuore aperto ci  precede e ci aspetta senza condizioni, senza pretendere alcun requisito previo per poterci amare e per offrirci la sua amicizia».

METAFORA

Da qui l'importanza del cuore come metafora spirituale ma pure come metro per misurare l'attenzione verso il prossimo, per allargare l'orizzonte del bene. «Per esprimere l’amore di Gesù si usa spesso il simbolo del cuore. Alcuni si domandano se esso abbia un significato tuttora valido. Ma quando siamo tentati di navigare in superficie, di vivere di corsa senza sapere alla fine perché, di diventare consumisti insaziabili e schiavi degli ingranaggi di un mercato a cui non interessa il senso della nostra esistenza, abbiamo bisogno di recuperare l’importanza del cuore».

Non mancano anche ricordi antichi e personali, meditazioni e ipotesi: «Nell’era dell’intelligenza artificiale, non possiamo dimenticare che per salvare l’umano sono necessari la poesia e l’amore. Ciò che nessun algoritmo potrà mai albergare sarà, ad esempio, quel momento dell’infanzia che si ricorda con tenerezza e che, malgrado il passare degli anni, continua a succedere in ogni angolo del pianeta. Penso all’uso della forchetta per sigillare i bordi di quei panzerotti fatti in casa con le nostre mamme o nonne». Anche in un altro passaggio spunta un frammento dei ricordi che rimanda all'amore famigliare, e ad un aneddoto sulle frittelle.

Il fatto è che per Papa Francesco le troppe guerra, l'indifferenza diffusa in ogni settore della società, così come l'incapacità di far prevalere l'altro al proprio 'Io' potrebbero essere mitigabili attraverso un cambio di prospettiva generale che parta non tanto dalla politica o dalla razionalità, quanto dalle dinamiche d'amore, dal cuore di Cristo. 

Cita poi la filosofia antica, ricorre all’Iliade, dove «il pensiero e il sentimento appartengono al cuore e sono molto vicini tra loro.

Il cuore vi appare come centro del desiderio e luogo in cui prendono forma le decisioni importanti della persona». Ma al tempo stesso, ricorda il Papa, «il cuore è il luogo della sincerità, dove non si può ingannare né dissimulare». Va da sé che se il cuore è svalutato, si svaluta anche ciò che «significa parlare dal cuore, agire con il cuore, maturare e curare il cuore».

 In un altro passaggio annota: «Alla fine della vita conterà solo questo. Abbiamo bisogno che tutte le azioni siano poste sotto il dominio politico del cuore, che l’aggressività e i desideri ossessivi trovino pace nel bene maggiore che il cuore offre loro e nella forza che ha contro i mali; che anche l’intelligenza e la volontà si mettano al suo servizio, sentendo e gustando le verità piuttosto che volerle dominare come fanno spesso alcune scienze; che la volontà desideri il bene maggiore che il cuore conosce, e che anche l’immaginazione e i sentimenti si lascino moderare dal battito del cuore».

RELAZIONI

Persino le relazioni umane, a qualsiasi livello difficilmente potranno rivelarsi autentiche se sono costruite col cuore: «L’anti-cuore è invece una società sempre più dominata dal narcisismo e dall’autoreferenzialità. Alla fine si arriva alla “perdita del desiderio”, perché l’altro scompare dall’orizzonte e ci si chiude nel proprio io, senza capacità di relazioni sane. Di conseguenza, diventiamo incapaci di accogliere Dio. Come direbbe Heidegger, per ricevere il divino dobbiamo costruire una “casa degli ospiti».

Francesco insiste tanto sul fatto che «oggi tutto si compra e si paga, e sembra che il senso stesso della dignità dipenda da cose che si ottengono con il potere del denaro. Siamo spinti solo ad accumulare, consumare e distrarci, imprigionati da un sistema degradante che non ci permette di guardare oltre i nostri bisogni immediati e meschini». Ripete che solo l’amore di Cristo «è fuori da questo ingranaggio perverso e Lui solo può liberarci da questa febbre in cui non c’è più spazio per un amore gratuito».

MISTICHE

Negli ultimi capitoli, Papa Francesco mette in evidenza la   devozione al Sacro Cuore da parte di diversi Padri della Chiesa, poi di Sant’Agostino, fino ad arrivare alle apparizioni di Santa Margherita Maria Alacoque e agli scritti di  Teresa di Lisieux, Ignazio di Loyola e Faustina Kowalska.

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