Discorso tv a sorpresa del presidente russo alla nazione. Toni duri dopo un razzo sull'Ucraina: "Missile balistico intercontinentale"
Nelle stesse ore in cui si cerca di capire se davvero la Russia ha lanciato per la prima volta un missile balistico intercontinentale sull'Ucraina, Vladimir Putin, parla a sorpresa alla nazione in un discorso televisivo e avverte: «Dopo gli attacchi di missili occidentali a lungo raggio contro la Russia, il conflitto in Ucraina ha acquisito elementi di carattere globale dopo gli attacchi di missili occidentali a lungo raggio contro la Russia». «Mosca - insiste il leader del Cremlino - è pronta a colpire chi permette a Kiev di lanciare missili contro la Russia».
Parole inquietanti in una giornata in cui Volodymyr Zelensky ha aperto invece una breccia in favore di una possibile negoziazione mediata dalla futura amministrazione americana di Donald Trump sul futuro della Crimea, territorio ucraino illegalmente annesso da Mosca dieci anni orsono. Un cambio di rotta significativo, non a caso espresso nel corso di un'intervista concessa all'emittente americana Fox News, vicina al presidente eletto Trump che durante la campagna elettorale si era vantato di poter fermare la guerra in Ucraina nel giro di ventiquattr'ore salvo rifiutarsi di precisare come. «Non possiamo perdere decine di migliaia di uomini per riconquistare la Crimea ha ammesso il presidente ucraino -. Esiste una possibilità di recuperarla attraverso la diplomazia e siamo pronti a seguire questa via. Ciò non significa, però, che siamo disposti a considerare legalmente come russo alcun territorio occupato dell'Ucraina». Zelensky dimostra di volersi muovere relazionandosi utilmente in una situazione di estrema difficoltà per Kiev - con entrambe le sponde politiche di Washington. Così, dall'uscente Joe Biden ottiene la fornitura integrale del cospicuo pacchetto di armi promesso nei mesi scorsi, oltre all'autorizzazione all'impiego oltre i confini russi dei missili a più lungo raggio Atacms. Con il subentrante Trump, invece, si riposiziona manifestando disponibilità a collaborare con un nuovo approccio americano che non avrà più caratteristiche di sostegno unilaterale contro una Russia nemica.
A rendere a dir poco complesso questo rapporto c'è che, a tutt'oggi, nessuno può prevedere come Trump gestirà questo dossier delicatissimo. Un Trump che ha scelto un vice come JD Vance, che ha spesso ripetuto «del destino dell'Ucraina non mi importa un accidente», ma anche un segretario di Stato come Marco Rubio più disposto a ragionare seriamente in termini geostrategici. Un Trump che ha finora scelto di non commentare la decisione di Biden di sostenere al massimo possibile le capacità militari ucraine, lasciando al figlio Donald jr la sparata sulla presunta volontà del presidente uscente di scatenare la terza guerra mondiale. A Kiev, insomma, devono fare buon viso a cattivo gioco.
Sul terreno, intanto, fonti ucraine denunciano il presunto lancio di un missile balistico Icbm russo contro la città di Dnipro. In realtà si sta ancora verificando se di un Icbm davvero si sia trattato (secondo gli Usa era «a medio raggio»). Se così fosse, saremmo di fronte a una grave escalation nel conflitto, perché sarebbe la prima volta che Mosca impiega un supermissile in grado di portare anche testate nucleari. Il rifiuto del Cremlino di confermare la notizia è interessato.
Ogni volta che un simile lancio da lunga distanza (questo sarebbe partito dai pressi di Astrakhan) fosse replicato, a Kiev e in Occidente dovrebbero temere l'eventualità di un attacco atomico. L'azione serve a dimostrare che la Russia può continuare a colpire indisturbata l'Ucraina da luoghi che i missili Atacms e gli Storm Shadow inglesi non possono raggiungere.