Furto di informazioni riservate dalle banche dati:sei arresti. Tra gli hacker anche forze dell'ordine
Un'altra fabbrica di dossier, alimentata da accessi abusivi alle banche dati della Guardia di finanza e del ministero degli Interni: ieri sera un blitz della Procura di Milano colpisce una organizzazione criminale di cui facevano parte anche ex poliziotti, specializzata nel rastrellare informazioni riservate. Nel mirino anche esponenti politici, i cui nomi fino a ieri sera non erano stati resi noti.
È ancora tutto da valutare il ruolo che la nuova centrale colpita dalle indagini ricopriva nella costruzione e nell'utilizzo di dossier a fini politici. Per la quarta volta, a emergere è la vulnerabilità dei sistemi che dovrebbero custodire le banche dati: dopo il caso del finanziere Raffaele Striano e dei dossier alla procura nazionale antimafia, dopo il bancario barese Vincenzo Coviello, dopo l'hacker siciliano Carmelo Miano, ora a venire scoperta è una associazione a delinquere organizzata e ramificata. L'indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano e dalla Direzione
nazionale antimafia, e viene resa nota ieri sera con un comunicato del procuratore milanese Marcello Viola, che parla di un'organizzazione «dedita principalmente, per finalità di profitto economico e di altra natura, all'esfiltrazione di dati e di informazioni(sensibili e segrete) conservati nelle Banche Dati Strategiche Nazionali (Sdi, Serpico, Inps, Anpr, Siva, ecc.)». A colpire nell'elenco stilato da Viola sono soprattutto le prime due sigle, perchè lo Sdi è l'archivio centralizzato dei procedimenti penali e Serpico è la banca dati delle movimentazioni economiche e finanziarie. Soprattutto violando Serpico si accede alla intera attività privata delle persone dossierate, dai conti correnti ai pagamenti elettronici.
Gli arresti eseguiti per il reato di accesso abusivo a sistemi informatici sono sei, decine le perquisizioni eseguite a partire dal tardo pomeriggio di ieri. Tra gli indagati oltre agli ex poliziotti ci sono anche consulenti infomatici e hacker, una parte dell'attività consisteva nel vendere le notizie ai propri clienti ma agli indagati la Procura contesta di essersi mossi non solo a fini di lucro. É questa la parte più allarmante, perchè sembra riportare a quanto già emerso nelle
operazioni del finanziere Striano, ovvero l'utilizzo dei materiali raccolti nei dossier per operazioni politiche.
L'indagine è stata condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Varese, dove - in un centro della provincia - aveva sede la struttura principale utilizzata dall'organizzazione di hacker. I pm Gianluca Prisco e Francesco De Tommasi hanno chiesto l'ordinanza di custodia in carcere dei sei principali esponenti a causa della estrema pericolosità della gang e del rischio concreto che le operazioni di dossieraggio potessero continuare. L'attività della banda era in corso da anni, ed ha avuto per vittime oltre a esponenti politici anche imprenditori e privati cittadini.
Una parte degli accessi abusivi sarebbe stata realizzata «bucando» i sistemi di protezione informatica delle banche dati, e una parte consistente utilizzando le parole chiave che gli appartenenti alle forze di polizia avevano a disposizione per ragioni di servizio.